Se, chiamati a scegliere nella grande varietà delle destinazioni possibili, il 60 per cento degli americani vorrebbero fare turismo in Europa, ben il 22 per cento di essi ha indicato come meta ideale l’Italia, e in questo contesto l’Umbria, il “piccolo grande cuore d’Italia”, si trova nella “Top Five” delle regioni e delle città più ambìte, insieme con Roma, Firenze e Toscana, Veneto e Lombardia. L’Umbria, insomma, è una meta desiderata, una fra le “dream destinations” del turismo statunitense, ha sottolineato, fornendo i dati, il direttore dell’Ente Nazionale del Turismo Italiano per il Nordamerica Riccardo Strano, che in questi giorni ha assistito ed accompagnato una delegazione dell’Umbria, formata dall’Agenzia di Promozione Turistica e da alcuni operatori, in un ‘tour’ promozionale negli Stati Uniti, che ha toccato, con “workshop” e conferenze-stampa, Boston, Washington e Philadelphia. L’Umbria piace perché è “smart and trendy” (intelligente dunque, brillante e capace di “fare tendenza”) – ha sintetizzato Riccardo Strano davanti alla platea di operatori e giornalisti che ha affollato, nella seconda tappa del “tour”, l’Ambasciata Italiana di Washington, prestigioso esempio di architettura moderna immersa nel verde secolare, che ha un po’ temperato la calura che investe in questi giorni la capitale degli Stati Uniti. “L’Umbria piace – ha detto il direttore dell’Enit, sottolineando il grande sostegno dato dall’Italian Board all’iniziativa – perché è insieme locale e internazionale, in grado di venire incontro alle priorità che gli americani pongono in cima alla loro lista dei desideri: arte e natura, ma anche, naturalmente, ‘fashion’, ‘food and wine’ e ‘shopping’”.
“Siamo soddisfatti dell’accoglienza riservata alla nostra offerta – ha detto, fra gli operatori umbri presenti, Isabella Fiumi, titolare, nella campagna orvietana, di un complesso ricavato all’interno di un’abbazia risalente all’anno 1000 -, gli americani amano questo genere di cose che per noi sono naturali, la storia nella natura, e magari una torre, come la nostra, in cui ancora, come nel Medioevo, fanno il nido corvi e cornacchie”.
Le residenze d’epoca, con il loro fascino, sono un potente elemento attrattore dell’offerta turistica in Umbria: ne è convinto Fabio Buono, titolare di un hotel ricavato in un palazzo nobile, nel cuore del centro storico di Spello, dove le antiche stanze affrescate – ha spiegato a giornalisti ed operatori americani – sono state sì modernizzate, ma non tanto da alternarne la inimitabile atmosfera.
E antico e moderno si sposano bene in Umbria – dice Luigi Neri, che nella recente ristrutturazione del suo albergo di Città di Castello, uno dei più vecchi della regione, ha rispettato la fisionomia del monastero francescano del Seicento da cui l’hotel è stato ricavato, ma aggiungendo una forte connotazione moderna, esaltata dai quadri di Alberto Burri appesi alle pareti.
“L’Umbria, secondo me, deve continuare nell’opera di costruzione e diffusione di una sua immagine originale – dice Kit Hoagland, “tour operator” della “Frosch Travel” -, gli operatori sono interessati e vogliono che il fascino dei luoghi si traduca in concetti semplici e servizi precisi, in grado di soddisfare la domanda”.
Ne è convinta anche la giornalista Bonnie Benwick del “Washington Post”. Benwick ignorava il fatto che in Umbria hanno casa il regista Terry Gilliams, cittadino onorario di Montone, e l’attore Colin Firth. “Straordinario – ha detto -, una ragione ci sarà. È un argomento che va senz’altro approfondito”.
PROMOZIONE TURISTICA, A WAHSINGTON L'UMBRIA “SMART & TRENDY” FA IL PIENO DI GIORNALISTI E OPERATORI
Ven, 10/06/2011 - 11:03