Il tribunale ha ammesso parte civile FNSI, ASU e Ordine Giornalisti nel processo a Leodino Galli, a giudizio per calunnia ai danni del giornalista Ceraso
Il tribunale penale di Spoleto ha ammesso la costituzione di parte civile della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, dell’Associazione Stampa Umbra e dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria nel procedimento a carico di Leodino Galli, rinviato a giudizio per il reato di calunnia ai danni del giornalista di Tuttoggi Carlo Ceraso.
Ieri il giudice dottoressa Maria Silvia Festa ha accolto l’istanza con cui Sindacato e Ordine (rappresentati dagli avvocati Rita Urbani per Fnsi e Asu, Paolo Rossi e Simone Budelli per l’Odg) hanno chiesto di essere al fianco del collega per difendere la libertà di stampa e il diritto di cronaca in un caso simbolo dell’utilizzo delle querele-bavaglio come strumento di intimidazione dei giornalisti.
“Il processo è più unico che raro: l’iniziale querelante è stato infatti rinviato a giudizio per calunnia, essendo emerso che aveva intentato una causa temeraria per diffamazione nei confronti del giornalista, pur sapendolo innocente” commentano il presidente dell’Ordine dei giornalisti Roberto Conticelli e il presidente dell’Asu Marco Baruffi (in home page – foto OdG Umbria).
I fatti risalgono al marzo del 2017 quando il consigliere di amministrazione della Banca Popolare denunciò Carlo Ceraso incolpandolo di aver riportato una notizia “del tutto inveritiera“.
L’inchiesta, coordinata dal pm Gennaro Iannarone, a seguito dell’interrogatorio di garanzia e della documentazione prodotta dalla difesa (il giornalista è difeso dall’avvocato Iolanda Caponecchi del Foro di Spoleto) , ha appurato la fondatezza dell’articolo e si è conclusa con il proscioglimento del giornalista.
Allo stesso tempo però la Procura, certa della consapevolezza del Galli di aver ingiustamente accusato il giornalista (grazie anche alle dichiarazioni di alcuni dirigenti e funzionari della banca sentiti a sommarie informazioni), ha chiesto e ottenuto dal Gup Margherita Amodeo il rinvio a giudizio del consigliere per il reato di calunnia. Il processo è stato quindi aggiornato al prossimo 21 maggio.
“Ammettendo la costituzione di parte civile, la giudice Festa ha riconosciuto che la condotta ascritta all’imputato può ritenersi lesiva anche degli interessi del Sindacato e dell’Ordine come enti esponenziali del diritto alla libertà di espressione, sancito dall’art.21 della Costituzione, per quanto attiene alla libertà di stampa, al diritto di cronaca e di critica.
E’ una nuova e significativa affermazione del valore democratico dell’art. 21 della Costituzione e del diritto delle rappresentanze della professione di difendere i giornalisti che svolgono il proprio lavoro”, dichiarano il segretario generale della Fnsi Raffaele Lorusso e il presidente Giuseppe Giulietti insieme ai presidenti Marco Baruffi e Roberto Conticelli.
“Il caso del collega Ceraso è paradigmatico della necessità anche in Umbria di assicurare che i giornalisti vengano rispettati e che nessuno pensi di imbavagliarli”, sottolineano i rappresentanti di Sindacato e Ordine, nel ribadire “l’esigenza che la società civile sappia riconoscere e isolare ogni tentativo di impedire che la verità venga cercata e raccontata nell’esercizio indispensabile del dovere di informare i cittadini”.
Il caso è seguito anche da Articolo21 e dall’associazione Ossigeno per l’informazione
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