Prefetto dice addio a Perugia, "chiedo scusa per frase infelice" - Tuttoggi.info

Prefetto dice addio a Perugia, “chiedo scusa per frase infelice”

Redazione

Prefetto dice addio a Perugia, “chiedo scusa per frase infelice”

Repucci in una lettera aperta saluta le istituzioni, descrive il suo amore per l'Umbria e chiede "l'onore delle armi"
Mer, 25/06/2014 - 18:15

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Dopo giorni di silenzio l’ormai ex prefetto di Perugia Antonio Reppucci si lascia andare ad un ultimo accorato messaggio di saluto alla provincia di Perugia. Dopo la rimozione annunciata dal ministro dell’Interno Angelino Alfano, a seguito delle dichiarazioni del prefetto rilasciate in conferenza stampa, oggi Reppucci ha diffuso una lunghissima nota dove spiega il suo impegno, il suo amore per le  città dell’Umbria e le intenzioni che lo hanno portato a pronunciare quella che lui stesso definisce “una frase infelice inserita in un intervento articolato”.

LA VICENDA 

“Il mio intervento era un ‘inno alla vita’ “. “A chi si è ritenuto colpito dall’asprezza delle mie parole chiedo scusa per una frase infelice inserita in un intervento articolato, che si è protratto per oltre un’ora, finalizzato a difendere l’immagine di Perugia e cercare di stimolare il coinvolgimento dell’intera società civile locale, soprattutto il mondo delle famiglie che accompagnati efficacemente da scuola, volontariato di vario contenuto, potessero contrastare più in profondità ed energicamente, il triste e deleterio fenomeno dello spaccio-consumo di droga, che esiste, in affiancamento all’azione costante, determinata e ferma della magistratura e forze dell’ordine, che pur hanno obbiettivamente conseguito importanti e significativi risultati sul piano del contrasto e del miglioramento della vivibilità complessiva della città. Evidentemente, trasportato passionalmente, nella foga oratoria, ho troppo forzato il mio intervento (con una frase non immediatamente censurata, che altrimenti avrei meglio precisato) che voleva essere un ‘inno alla vita’, per la cui piena promozione e difesa volevo auspicare, con toni forti ed accorati, una più decisa consapevolezza sul tema dell’ ‘agenzia famiglia’, soprattutto delle mamme, su cui solitamente ricade, nella società contemporanea, la responsabilità della formazione ed educazione dei figli”.

“Mi sia reso l’onore delle armi”. “Non intendevo minimamente, criminalizzare od offendere ma ‘svegliare’, ‘spronare’, ‘sensibilizzare’, consapevole che questa strada, sgombrando il campo da ogni ipocrisia, oltre ovviamente l’azione di contrasto che c’e’ ed è forte, poteva portare, come peraltro confortato da tantissimi in questo convincimento, a migliorare la situazione ed evitare il perpetuarsi di una percezione del consumo molto diffusa, così prevenendo situazioni pregiudizievoli in tanti giovani sotto l’aspetto psico-fisico. Invero, nessuno è in grado di delineare gli esatti contorni del fenomeno, che esiste e va tenacemente affrontato soprattutto sul piano sociale per conseguire risultati ancora più importanti, perchè tante volte, come ad esempio recentemente il caso della ‘torta alla droga’, tutto avviene in luoghi chiusi o comunque nascosti. Comprendo di aver generato qualche equivoco e fraintendimento con tutte le conseguenze derivate, ma mi sia reso per lo meno ‘l’onore delle armi’ circa la bontà del messaggio al di là delle espressioni utilizzate, perché non inviterei mai ad atti di autolesionismo chicchessia, conoscendo e capendo perfettamente, il dramma di tante famiglie con figli caduti nella ‘trappola della droga’, per aver ripetutamente frequentato comunità rette da religiosi, nelle realtà in cui precedentemente avevo assolto le mie funzioni e di cui posso fornire valide ed obiettive prove di testimonianza. Nel formulare gli auspici più sentiti di sempre più elevati livelli di benessere e prosperità a tutta la comunità provinciale, come è nelle sue enormi potenzialità, mi accomiato da essa, al di là di tutto, portandone un ricordo splendido e vivo, perché la bellezza è un dato oggettivo che va oltre l’amarezza del momento”.  

Il saluto.Nel lasciare la provincia di Perugia, per i fatti a tutti noti, e per i quali mi rimetto alla comprensione generale circa la valutazione degli stessi e l’interpretazione del messaggio che si voleva concettualmente trasmettere al di là delle espressioni letterali usate, che evidentemente potevano valere in un contesto ancora più confidenziale e colloquiale desidero rivolgere ai parlamentari nazionali e regionali, agli amministratori regionali e provinciali, a tutte le Autorità civili, militari e religiose, alla magistratura e ai titolari degli Uffici pubblici, alle forze dell’ordine, agli esponenti dei partiti politici, alle organizzazioni dei lavoratori e degli imprenditori, al volontariato di varia espressioni, alle associazioni combattentistiche e d’armi, ai sodalizi culturali assistenziali e sportivi, agli organi di informazione, alla comunità tutta il mio cordiale saluto”.

Umbri, laboriosi e innamorati delle loro terra. “Ai Sindaci dei Comuni, e sono la gran parte, che ho avuto modo di visitare il mio ringraziamento riconoscente per la cordialità con cui sono stato accolto facendomi gustare le eccellenze storico-paesaggistiche ed enogastronomiche locali. Ho avuto il piacere di lavorare in questa terra, ricca di arte e spiritualità, impagabile per ambiente, natura, tradizioni, folklore, enogastronomia attendendo alle mie funzioni nel contesto di un rapporto di intensa e leale collaborazione istituzionale e di un dialogo aperto e costruttivo, a disposizione di quanti, in questo territorio, si dedicano con sacrificio e dedizione alla stabilità ed al progresso economico dell’intera comunità provinciale. Nello svolgimento del compito, ho interloquito fecondamente con tutti quei soggetti che nella provincia esercitano pubbliche responsabilità e rappresentavano interessi diffusi e valori condivisi perché dal costante lavoro di dialogo e concertazione potessero scaturire le condizioni ottimali per garantire la legalità e la sicurezza dei cittadini, essenziali per l’esercizio dei diritti di libertà. Anche se l’esperienza ha avuto breve durata, ho avuto modo di costruire un patrimonio di affetti originato dalla mia costante presenza su un territorio con tantissime eccellenze culturali, storico-paesaggistiche, religiose che mi porterò appresso, al di la’ di qualche amarezza e rammarico che pure mi accompagneranno. Del popolo umbro e della provincia di Perugia in particolare, serberò un ricordo bellissimo di laboriosità, impegno, amore per la propria terra, permeato di forte senso di identità e di appartenenza: questo è il mio vero, e leale convincimento sulla gente umbra consapevole che ciascun popolo ha una sua filosofia di vita ed un suo spirito comunitario derivante dalla sua storia e dalla sua cultura, oltre che dalla posizione e morfologia del territorio”.

 

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