(Car. Cer.) – Il numero è di quelli che spaventano: potrebbero essere infatti 70 i dipendenti della Banca Popolare di Spoleto che dovranno lasciare il servizio. Ai 15 che alla fine della scorsa primavera hanno lasciato anzitempo il servizio se ne aggiungeranno almeno 40, numero che potrebbe arrivare addirittura a 55. E’ la medicina amara, dai più pronosticata, che i Commissari hanno ‘prescritto’ per raddrizzare la grave situazione in cui è incappato l’istituto di credito umbro, minato negli ultimi anni dai ripetuti scandali e dai risultati negativi che lo scorso febbraio hanno convinto Bankitalia e Vigilanza ad intervenire azzerando board e management di holding Scs e della sua controllata Bps.
La ‘ricetta’, più sartoriale che medica, ha trovato il consenso del sindacato tutto che ha ottenuto l’uscita dei dipendenti su base volontaria, dirigenti inclusi: chi entro ottobre avrà i requisiti previsti dalla Legge Fornero per accedere al Fondo di solidarietà (entro il 30 luglio 2015 e maturare il diritto al trattamento pensionistico non oltre il 1 luglio 2020) potrà scegliere il prepensionamento percependo dall’azienda un assegno leggermente inferiore rispetto a quello che maturerà una volta che il personale andrà in carico all’Inps.
70 unità rappresentano quasi il 10% della forza impiegata dalla Spoleto che, sembra ovvio, potrebbe a questo punto fare a meno di alcune filiali. D’altra parte la continua ‘espansione’ della Popolare aveva già richiamato l’allarme della Vigilanza che già anni orsono aveva evidenziato le “troppe attività e poca redditività”.
Ecco di seguito l’elenco dei principali contenuti dell’Accordo siglato con i Commissari e che i sindacati di DirCredito, Fabi, Fiba/Cisl, Fisac/Cgil, Uilca/Uil, Ugl, Us Falcri/Silcea si apprestano ad approfondire con il personale nelle prossime assmeblee:
Incentivi – verrà mantenuta la polizza assicurativa di assistenza sanitaria fino al mese precedente a quello in cui l’interessato percepirà la pensione mentre al personale iscritto a forme di previdenza complementare e che accederà al Fondo di solidarietà sarà riconosciuto un importo pari al valore attuale del contributo aziendale mensile moltiplicato per il numero dei mesi di permanenza nel fondo. Mantenute anche le condizioni bancarie e creditizie agevolate del personale in servizio, fino alla data di fruizione della pensione. Sarà inoltre riconosciuto un importo omnicomprensivo lordo che andrà dal 14% della Ral (retribuzione annua lorda) per una permanenza al Fondo non superiore a 24 mesi fino al 26% della Ral per una permanenza tra 49 e 60 mesi (per le aderenti con “l’opzione donna’ l a percentuale arriverà al 30% Ral). “Per chi aderirà entro il 4 ottobre prossimo – scrivono i sindacati in una nota – in aggiunta agli incentivi verrà riconosciuto il ‘premio tempestività’ pari al 10% della Ral”.
Ulteriori iniziative sono state concordate per ridurre i costi di struttura: fra queste l’ampliamento delle percentuali di part-time, l’obbligo di fruire delle ferie e delle ex festività entro il 31 dicembre(comunque non si procederà alla monetizzazione e/o compensazione delle stesse) e l’inserimento nella ‘banca delle ore’ delle ore di straordinario. Sul fronte della ‘solidarietà difensiva’ sono previste delle riduzioni delle prestazioni lavorative (fino al 31 dicembre 2015) che vanno da 2 giornate per le aree professionali fino a 10 giornate per i dirigenti con corrispondente riduzione del trattamento economico.
L'inchiesta – Intanto gli atti dell’inchiesta avviata dalla Procura della repubblica di Spoleto e la relazione degli ispettori di Bankit, documenti pubblicati nei giorni scorsi da Tuttoggi.info, hanno suscitato un vero e proprio terremoto dentro e fuori le mura della città del festival. Sulla vicenda è voluto intervenire uno dei personaggi indirettamente coinvolti nel 'caso' della Spoleto che stamani ha chiesto di incontrare TO® e Giornale dell’Umbria ai quali ha rilasciato dichiarazioni destinate a creare nuovo clamore. L’intervista sarà pubblicata nell’edizione di domani, sabato, alle 21.
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