I primi risultati sui campioni prelevati dal corpo di Maria Elia, la 17enne perugina morta 36 ore dopo il suo ricovero in ospedale
Maria Elia è stata uccisa da una polmonite a cui si è sommata un’infezione batterica. I risultati dei primi esami istologici eseguiti sui campioni prelevati dal corpo della 17enne perugina morta in ospedale confermano la prima diagnosi sul decesso. Anche se la famiglia attende ulteriori indicazioni, fondamentali per capire come effettivamente Maria abbia contratto il mix di malattie risultate fatali e se poteva essere salvata.
La dottoressa Donatella Fedeli, incaricata dal pm Paolo Abbritti, titolare dell’inchiesta, ha relazionato sui primi risultati dell’autopsia. Confermando appunto la combinazione tra il virus influenzale e l’infezione batterica da stafilococco.
Mancano però ancora alcune risposte, fondamentali per far luce sulla vicenda.
Il tipo di influenza
Innanzitutto, l’esame degli infettivologi dovrà chiarire il ceppo influenzale. Alla famiglia, inizialmente, i medici del Santa Maria della Misericordia hanno ipotizzato potesse trattarsi di influenza suina (H1N1), sulla base della mancata risposta alle terapie a cui Maria era stata sottoposta subito dopo il suo arrivo in ospedale, vista la gravità del quadro clinico. Successivamente si è ipotizzati potesse trattarsi di H1N2, un altro sottotipo dell’influenza A.
Il batterio killer
L’altra domanda, a cui sarà più difficile dare una risposta, ma ancora più importante per accertare eventuali responsabilità, è capire come Maria abbia contratto il batterio killer e se ciò sia potuto avvenire nelle 36 ore in cui è stata in ospedale, prima al pronto soccorso e poi in terapia intensiva.