Sara Minciaroni
Il crimine in Umbria. Come opera su quali settori si specializza e come viene contrastato. Dalla relazione nazionale Antimafia un dettagliato rapporto su Perugia datato dicembre 2012 (sulla base di ricerche condotte dal 1 luglio 2011 al 30 giugno 2012) che evidenzia come il capoluogo umbro sia sempre di più al centro del traffico anche internazionale di sostanze stupefacenti, alla tratta di esseri umani (l’Umbria si contraddistingue da almeno un decennio per essere territorio di destinazione finale della tratta soprattutto di giovani donne provenienti dai paesi dell’Europa dell’Est destinate poi alla prostituzione su strada e nei numerosi locali notturni della regione), al riciclaggio e al reimpiego di capitali rivenienti da associazioni di tipo mafioso (in particolare dalla camorra e dalla ‘ndrangheta).
Lo spaccio: i nordafricani gestiscono l’hashish, gli albanesi la coca e i rumeni la vendita al dettaglio. Quella che avviene a Perugia è una sorta di “integrazione del crimine” : organizzazioni criminali composte prevalentemente da cittadini stranieri che cercano la complicità di singoli soggetti italiani residenti nella regione. Importano, detengono e spacciano in maniera massiccia in Umbria e particolarmente nel perugino. L’ hashish secondo la relazione sarebbe in mano alle organizzazioni di nordafricani. Il traffico di cocaina sarebbe invece specifico di soggetti albanesi che come attività di copertura utilizzano imprese edili individuali. Organizzazioni composte da cittadini rumeni sarebbero finalizzate, oltre che al compimento di delitti contro il patrimonio, al “commercio al dettaglio” di sostanze stupefacenti.
Traffico di persone, Umbria meta finale della prostituzione. Secondo il rapporto moltissimi sono infatti (sia in termini assoluti che in termini percentuali rispetto alla vastità del territorio) i locali notturni all’interno dei quali le donne “trafficate” vengono impiegate formalmente come intrattenitrici o figuranti di sala e delle quali viene sfruttata la prostituzione. Un continuo afflusso di giovani donne da tutte le parti del mondo per le quali le organizzazioni criminali predispongono documenti, assicurano i trasporti e garantiscono la sistemazione.
Capitali mafiosi e riciclaggio. Sul territorio regionale è ormai assodata la presenza di capitali rivenienti da organizzazioni di tipo mafioso, le attività di indagine condotte hanno consentito di accertare il reimpiego e il riciclaggio di denaro proveniente dal clan dei casalesi di Villa Literno nonché da organizzazioni ‘ndranghetiste solitamente per il tramite di soggetti calabresi stabilmente dimoranti in Umbria, soprattutto in attività economiche ed imprenditoriali quali l’edilizia, la ristorazione e la gestione di locali di intrattenimento. La commissione porta a conforto di questa convinzione l’attività di indagine che ha preso il nome di “Inchiesta Apogeo”che ha permesso di delineare l’esistenza di una associazione finalizzata al compimento di una serie indeterminata di delitti di truffa aggravata, bancarotta fraudolenta, false fatturazioni e riciclaggio di ingenti somme (€1.500.000,00) provenienti da associazioni camorristiche (”casalesi” di Villa Literno).
