Resta alta l’attenzione sulla situazione dello stabilimento della Perugina – Nestlè di San Sisto. Il caso è arrivato anche in Commissione Cultura a Palazzo dei Priori, dove ieri i consiglieri di Perugia hanno vagliato proposte politiche possibili per risollevare le sorti dell’azienda. Presente anche l’assessore Michele Fioroni e i vertici dei sindacati dei lavoratori, con i due rappresentanti delle RSU Simona Marchesi e Riccardo Sportolari della Flai Cgil. Una situazione unanimemente definita di emergenza, anche a seguito dell’odg presentato dal gruppo consiliare del Pd. E’ la riduzione dei volumi produttivi e il rischio di licenziamento di 300 dipendenti a preoccupare Perugia. Il tavolo al Mise con i vertici dell’azienda aveva a suo tempo dato pochi frutti, con Nestlè barricata dietro la decisione di non diversificare la produzione dolciaria, puntando anche su altri prodotti stagionali, ma trincerandosi dietro quella del Bacio, punta di diamante dello stabilimento di San Sisto.
“I contratti di solidarietà sono in scadenza (al 2016, ndr) – ha detto il consigliere del Pd, Tommaso Bori ieri in commissione – e si assiste ad una sorta di progressiva dismissione senza che si capisca qual è l’obiettivo che si intende raggiungere. La Perugina è un patrimonio della città che non è solo nella sua storia, ma anche nel suo futuro”.
Sui generis, stando anche a quanto definito dai sindacati, la volontà dell’assessore al marketing territoriale e sviluppo economico, Michele Fioroni, il quale, sottolineando l’impegno costante con la Regione, ha parlato di “rafforzare l’immagine di Perugia come città del cioccolato, anche attraverso percorsi turistici, farne una sorta di Maracanà del cioccolato, dall’altro sollecitare l’azienda a percorsi virtuosi. Il territorio deve fare sistema sulla questione. E’ indispensabile tuttavia un coordinamento istituzionale. Non dobbiamo essere un’Armata Brancaleone, ma dobbiamo muoverci responsabilmente e in modo coordinato per creare le condizioni affinché l’azienda prosegua la produzione sul territorio. Non è solo una questione di mantenere un patrimonio storico della città, ma di tutelare i livelli occupazionali sul territorio”. Affermazioni altisonanti, dicono dai sindacati, a fronte del fatto che alcuni impianti di produzione restano chiusi. Per Marchesi e Sportolari, “a Nestlé chiediamo un piano industriale espansivo che non preveda solo la produzione di cioccolato, ma anche di dolci e caramelle, affinchè l’azienda possa lavorare tutto l’anno. In occasione dell’incontro al Ministero, i rappresentanti di Nestlé non hanno presentato un piano industriale, si sono limitati a proporre l’accesso ad altri due anni di solidarietà per i lavoratori, un sacrificio che i dipendenti possono fare, ma in vista di qualcosa di concreto alla fine. Eppure il marchio Perugina è riconosciuto come un marchio importante a livello nazionale e internazionale e l’azienda lo sa bene, ma il punto è che ciò che viene venduto come Perugina deve essere prodotto a San Sisto”.
Una discussione, quella sulla Perugina, che non abbandona i tavoli istituzionali, con i consiglieri Scarponi, Numerini, Giaffreda e Pietrelli, che, ciascuno con il proprio punto di vista, hanno parlato della necessità che l’azienda venga dismessa, e di dare risposte concrete ai lavoratori.
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