Un’indagine per reati fiscali dalla procura di Rieti e che vedrebbe coinvolto il presidente del Perugia calcio Massimiliano Santopadre. Secondo il quotidiano romano Il Tempo, esisterebbe l’ipotesi che sian state create “illecite provviste finanziarie” necessarie per foraggiare la squadra calcistica. Nella giornata di mercoledì, infatti, per acquisire documenti contabili, sarebbero scattate le perquisizioni da parte del Nucleo di polizia tributaria di Roma, nella sede del Perugia calcio a Pian di Massiano, ma anche nella capitale e nella città di Latina.
Il quotidiano sulle sue colonne ricostruisce l’ipotesi accusatoria, secondo la quale Santopadre, avvalendosi di due consulenti Claudio Proietti e Lino Sarallo, iscritti nel registro degli indagati, avrebbe creato un gruppo di società operanti nel settore del commercio di abbigliamento all’ingrosso e al dettaglio che “avrebbero emesso tra loro fatture false per un totale di 90 milioni di euro, al fine di ottenere indebiti vantaggi fiscali. Per alcuni anni non hanno nemmeno presentato la dichiarazioni dei redditi”. Lo scopo, secondo la procura di Rieti, sarebbe infatti stato quello di creare risorse finanziare da convogliare sul team di calcio. I reati sarebbero avvenuti dal 2011 al 2015.
Una volta diffusa la notizia, il presidente Santopadre si è però difeso, sia sul sito ufficiale del Perugia Calcio che nel corso di una conferenza stampa indetta per oggi pomeriggio (23 giugno). “Desidero fare subito chiarezza sulle notizie apparse oggi su alcuni giornali – scrive Santopadre – in merito ad indagini della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Rieti inerenti ipotesi di false fatturazioni delle quali mi sarei avvalso per finanziare il Perugia Calcio.
Al riguardo ho già riferito alla Guardia di Finanza, fornendo tutta la documentazione e le spiegazioni del caso.
Con specifico riferimento a quanto emerso, con contenuti distorti, sugli organi di stampa posso con assoluta certezza affermare: che le fatturazioni che ho ricevuto sono relative a prestazioni effettivamente rese (e che sono sotto gli occhi di tutti), in base a documentazione già vagliata dagli organi federali. Ad ogni modo, gli importi plurimilionari delle fatturazioni indicate dalla stampa non riguardano me o mie società, ma forse altri soggetti, con i quali nulla ho a che fare. Nell’ambito della mia attività imprenditoriale non ho mai fatto ricorso a prestanomi; così, della Akim Spa, della Irl Group Srl e della New Parker Srl sono io l’Amministratore unico ed il socio di riferimento. Diversamente da quanto leggo, le mie società hanno sempre tempestivamente presentato le dichiarazioni fiscali; situazioni eventualmente diverse non possono che riferirsi a soggetti diversi. Non conosco, salvo uno, i consulenti dei quali sono stati pubblicati i nomi: ancora una volta evidenzio che si tratta di società e persone che non sono in alcun modo a me riferibili, ed infatti a me non vengono riferite negli atti di indagine a me noti.
La polizia giudiziaria che è intervenuta ha trovato immediata e piena disponibilità nell’ottenere l’accesso ai documenti ed ai dati di interesse per le indagini, essendo io stesso interessato a pervenire al più presto alla definizione della vicenda.
Rispetto alla stesse indagini ho piena fiducia negli organi inquirenti, che potranno senz’altro delineare l’esatto perimetro della posizione mia personale e delle società a me riferibili, individuando altrove le eventuali responsabilità per fatti rispetto ai quali sono totalmente estraneo”.
Ultimo aggiornamento ore 18.18
