"Percorso Carot Papigno": il Garden Club Terni offre il proprio apporto per la realizzazione di un iter naturalistico dedicato al pittore francese Corot.
È stato ufficialmente inaugurato ieri mattina – 8 maggio – il progetto di rigenerazione urbana dedicato ai pittori plenaristi che nelle loro opere ritrarranno le bellezze della Valle del Nera.
Il “Percorso Corot Papigno”, questo il nome dell’iniziativa, è un itinerario culturale realizzato dall’Associazione “Il Castello di Papigno” con il prezioso contributo del Garden Club Terni, impegnato da sempre nella promozione e valorizzazione del verde.
Degno di nota l’impegno profuso in un’iniziativa dall’innegabile pregio socio-culturale, finalizzata, in primo luogo, all’osservazione della natura nelle sue molteplici forme espressive.
Le fondamenta del progetto
In seguito a una prima ricognizione dei luoghi e delle loro potenzialità, attraverso un processo di progettazione realizzato dai paesaggisti Enrico Maccaglia, Federico Botti e Paolo Rinaldi Metelli, sono stati realizzati degli interventi di valorizzazione delle aree verdi, internamente al centro storico e nelle vie di accesso al Borgo, seguendo il percorso culturale dedicato a Jean-Baptiste Camille Corot, il pittore francese considerato, ancora oggi, uno dei più sensibili paesaggisti del 1800 che dai paesaggi ternani ritrasse notevoli tele, tra cui “La ragazza di Papigno”o “La Cascata delle Marmore a Terni”
Di fondamentale importanza, a questo proposito, si sono rivelati il finanziamento e il supporto della Fondazione CARIT, ma anche del Comune di Terni nel tempo più volte impegnati nella valorizzazione del movimento del “Plenaristi della valle incantata“.
Questi pittori di provenienza europea, tra il ʼ700 e l’ʼ800, affascinati dalla bellezza della natura dell’Italia e dal fascino dei suoi paesaggi, uscirono dagli atelier e dipinsero dal vero, en plein air. Uno dei paesaggi prediletti da questi artisti fu proprio la Valle del Nera.
Un paesaggio da sogno
Partendo dal monumento al pittore, posto ai margini del parcheggio di sosta, e proseguendo attraverso un sentiero in salita che arriva all’ingresso del Borgo di Papigno, si possono apprezzare specie erbacee perenni: giaggioli, iperico, primule, vinche, ciclamini, acanto e agapanto, e specie arbustive da fiore quali aaprifoglio, pallon di maggio, viburno plicato e maggiociondolo.
Inoltre, su una scarpata in stato di abbandono, e perciò bonificata, sono stati piantati alberi di giuda, ciliegi e mandorli dalle affascinanti fioriture primaverili e tardo invernali, in una suggestiva combinazione tra percorso costruito e sottobosco spontaneo naturalizzato; un assaggio, insomma, della vegetazione spontanea diffusa in Valnerina.
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Dal ponte di Papigno al centro storico
Giunti al ponte di Papigno, si può godere della curata progettazione del verde atta a restituire dignità ornamentale, nonché un senso di accoglienza, all’ingresso del paese. È stata, infatti, riportata terra da coltivo e seminato un prato erboso, sopra al quale si possono scorgere arbusti ornamentali come ortensie rampicanti, clematidi, artenocisso, cornioli, allori, salici, e un esemplare di pioppo cipressino, a ricordo della vegetazione ripariale del torrente Miranda-Papigno.
Un’atmosfera d’altri tempi
Da qui il percorso entra nel centro storico per mezzo di scalinate arredate con vasi in cotto di Deruta e ortensie dalle fioriture profumate ed estive.
Passeggiando per i vicoli, è possibile assaporare profumi di cucina e ascoltare voci domestiche; sembra quasi di tornare al secolo scorso. I giardini pubblici, invece, sono stati arricchiti con alberi di melograno in piena terra, un arancio in vaso di cotto, tre esemplari di limone a cespuglio, arbusti di nandina, con del ruscus e della choisya.
Un senso di pace
L’iter, infine, dopo una sosta inaspettata in una stanza arredata con un esemplare di ciliegio da fiore, piante di acanto e hosta, si conclude al Belvedere, dove una scarpata ospita rose dalle fioriture continue, piante di sassifraga, rosmarino tappezzante, verbena e gerani.
A fare da cornice a questo quadro, già di per sé stupendo, nuclei di cisti, ginestre odorose e alberi di Giuda nel promontorio intorno al paese.
Un luogo di evasione dal caos cittadino e dalla vita frenetica di tutti i giorni.