Più che “Cronaca di una morte annunciata”, parafrasando il titolo del celebre libro di Marquez, il Partito democratico di Spoleto sembra aver messo in scena “Morte di una cronaca annunciata”. Nel senso che non c’è più niente da fare se non prendere atto che il partito di Renzi da queste parti è destinato se non a scomparire, a rimanere in vita solo per raccattare pessime figure.
Non essere riusciti a candidare un’anima alle prossime regionali non fa neanche clamore più di tanto, se si guarda alla recente storia del piddì festivaliero. Ne avessero mai azzeccata una. Tanto da far venire il sospetto che qualcuno stia (e da tanto) orchestrando alle spalle facendo in modo che questo angolo di Umbria continui a essere terra di conquista per incursori provenienti dalle città viciniore, nel più facile dei giochi del divide et impera. Qualcosa in più di un sospetto. Certo la classe dirigente anche stavolta ci ha messo del suo, divisa tra correnti e correntine, personalismi e veleni che rendono il partito più simile a un ring che a un luogo di confronto e condivisione.
Me lo taglio per far dispetto… – L’essersi ostinati a portare avanti solo il nome di Giancarlo Cintioli – vittima anche della recente circolare del partito regionale secondo la quale amministratori delle città uscite sconfitte dalle ultime elezioni municipali non possono essere candidati – e a concentrarsi nel tagliare le gambe alle due renziane Laura Zampa e Carla Erbaioli pur di dimostrare che Viale Trento e Trieste resta fortemente a sinistra, ha prodotto il disastro più che prevedibile. Così è sembrata una macchietta anche il tirare fuori dal cilindro, all’ultimo momento (sabato sera scorso), a giochi ormai fatti, il nome dell’avvocato cuperliano Valia Fedeli Alianti. Nome su cui, ironia della sorte, i vertici di Perugia stavano ragionando da settimane in attesa che fosse giustamente Spoleto a decidere. Figurarsi. Così, quando la proposta è stata finalmente avanzata (guarda caso) era già troppo tardi: Foligno aveva già deciso di schierare Rita Zampolini; due donne della stessa area, nello stesso comprensorio erano davvero troppe. La Alianti, ad onor del vero, è rimasta sempre alla finestra in attesa che fosse il suo partito a decidere, senza tirare nessuno per la giacchetta: ecco perché in queste ore ha diffidato la dirigenza locale dal continuare a usare il suo nome. Così nelle mani del segretario Roberto Loretoni rimane un pugno di mosche, neanche tanto grosso. Ai potenziali candidati solo tanta amarezza, anche se Cintioli si rifarà a giorni quando riceverà il “Premio solidarietà Don Guerrino Rota” che don Eugenio ha deciso di assegnargli per l’edizione 2015.
La riunione finita in sceneggiata – a fare subito un’analisi è stata la segretaria del circolo Spoleto Centro, Rosanna Mazzoni, che ha convocato i suoi invitando anche la stampa. Ma l’appuntamento è servito ai più per scaricare su altri le proprie responsabilità, così non sono mancati momenti di forte tensione che hanno palesato ancora una volta l’incapacità politica del piddì. A movimentare la già convulsa serata, ci ha pensato un dirigente molto vicino all’area bocciana, in particolare del consigliere Martellini, che non ha perso occasione per ironizzare contro la stampa, una giornalista in particolare: non è che l’ultimo episodio. Sono già diversi i giornalisti colpiti dagli strali del piddino, un tempo vicinissimo agli ambienti di An, ma entrato a gennaio nella segreria cittadita del partito democratico. Ad allontanare dalla sala il dirigente-provocatore ci ha pensato Dante Andrea Rossi che ha annunciato l’adozione di un serio provvedimento.
La conferenza – per Rossi questo è il momento più difficile, da quando è alla guida della segreteria provinciale, nel mettere continue toppe alla già bucherellata nave del PD. Anche nel parare l’ultima idea di Loretoni di lanciare su Facebook una petizione popolare per convincere Leonelli e la Marini a riaprire la lista dei candidati. Praticamente impossibile visto che è stata approvata dall’assemblea regionale. “Proveremo a chiedere ai 20 candidati chi è disposto a fare un passo indietro” ha detto il giorno dopo in conferenza stampa Rossi facendo forza sulle proprie capacità diplomatiche “su questo è d’accordo anche il collega Leonelli”. Tentar non nuoce, anche se difficilmente, dopo gli spintoni delle ultime settimane per un posto, ci sarà qualcuno disposto a ritirarsi. “Sul nome di Cintioli era d’accordo anche la governatrice ma purtroppo il doppio mandato e le linee guida del regionale non consentivano spazi di manovra” ha proseguito Rossi che non ha mancato di mandare una nuova stoccata a Riommi, ritenuto ‘responsabile’ della candidatura della Zampolini, sua ex moglie: “con lui abbiamo rotto ogni tipo di rapporto. Comunque voglio ringraziare il segretario Leonelli che si è comportato in maniera corretta. Alla presidente sottoporremo dei progetti chiari e siamo sicuri che ci sarà il massimo impegno per Spoleto, come fatto fino ad oggi”.
“Non è accettabile che le candidature siano espressione delle correnti piuttosto che dei territori” ha esordito Loretoni “specie della corrente di Fassina”. Ma non è lo stesso Fassina che il segretario ha invitato al convegno sul futuro della Ims tenutosi un mese fa? Loretoni ha poi aggiunto che “c’è tempo fino al 30 aprile per capire se Spoleto potrà avere un proprio candidato…fossi uno dei 20 mi vergognerei di venire a chiedere i voti a Spoleto” salvo poi annunciare che è pronto anche a farsi da parte: “per venerdì (domani, n.d.r.) ho convocato la direzione comunale, lì ho ricevuto il mio mandato lo scorso gennaio e lì si vedrà se è il caso di rassegnarlo”.
Dimissioni? – argomento su cui non è il caso di scherzare troppo, né da prendere sotto gamba. Perché di oggi è la richiesta di dimissioni anche del segretario Loretoni da parte del circolo dell’Alta Marroggia. “Esprimiamo il nostro completo disaccordo con la decisione presa dall’Assemblea regionale del PD di escludere dalla lista dei candidati un esponente del partito spoletino – si legge nella nota -, decisione che ha umiliato la città e tutto il partito locale; errore già commesso in precedenza in occasione delle elezioni provinciali. Chiediamo alla Presidente Marini un incontro urgente per garantire la presenza di un esponente del partito locale di Spoleto in seno al prossimo consesso regionale, per dare la giusta rappresentanza ad una delle più importanti città del contesto umbro. Chiediamo altresì che tutti i dirigenti a livello provinciale e comunale del PD che hanno permesso la nascita e l’approvazione di una lista priva di rappresentanza per Spoleto si assumano le loro responsabilità e presentino le loro dimissioni, per andare poi post elezioni a congressi straordinari. Garantiamo come Circolo il massimo impegno nella imminente campagna elettorale al fianco del partito, in un clima di rispetto delle singole realtà locali e soprattutto della storia di Spoleto; non ritenendoci terra di conquista invitiamo i nostri iscritti a non votare alcuna preferenza per i candidati di altri territori ma a votare solo il simbolo del Partito Democratico, anche come segnale di rinnovamento per il futuro del partito spoletino”.
Nuova conferenza – per la direzione di domani sera c’è ancora tempo. Loretoni, proprio in questi minuti, ha annunciato una nuova conferenza stampa per le 14,30 sempre di domani. Impossibile poterne anticipare i contenuti. Il segretario è comunque atteso a mezzogiorno da Leonelli & Co. che lo hanno convocato. Che si sia aperto uno spazio per Spoleto?
La morte annunciata – vuoi come non vuoi, da più di un quinquennio a Viale Trento e Trieste non ne azzeccano una. Eccezion fatta per le primarie 2007 dove Spoleto indovinò la scelta del segretario Veltroni, per il resto è andato tutto male. E’ il 2009 quando il partito porta, lancia in resta, la candidatura di Franceschini, sconfitto però alle urne da Pierluigi Bersani. Patapumfete. La nuova occasione per non sbagliare la offrono le primarie per la presidenza della regione Umbria: contrapposti ci sono Giampiero Bocci e Catiuscia Marini; Spoleto punta sul primo, le urne decretano la vittoria della seconda. Aripatapumfete. Sempre nel 2010 il partito si trova a dover fare i conti sulla sconfitta elettorale di Cintioli che a Spoleto ‘perde’ circa 600 voti in favore del folignate Barberini. Tre anni più tardi si cambia strategia e per le primarie che devono decretare il candidato premier si decide per il nome di Matteo Renzi: peccato che ad aver la meglio è ancora Bersani. Un’altra batosta. L’anno dopo, dicembre 2013, il piddì festivaliero, al termine dell’ennesimo autosputtanamento, non riesce a candidare nessun nome per le primarie di Camera e Senato. Il richiamo al voto per il nuovo segretario nazionale, siamo sempre a dicembre 2013, vede una volta tanto la città protagonista con l’elezione di Renzi. Ma due mesi dopo, a febbraio 2014, per la segreteria regionale, il partito resta compatto sul civatiano Yuri Cerasini, sconfitto da Giacomo Leonelli. A giugno 2014 Dante Rossi, trascinato per la giacchetta e vittima di qualche sgambetto di troppo, è costretto a candidarsi per la poltrona di sindaco, fin lì proposta dal vertice del partito a Fabrizio Cardarelli: vince quest’ultimo con la maglia della lista civica di ‘Rinnovamento’. Quando si dice non azzecarne una.
(ha collaborato Jacopo Brugalossi)
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