Due eventi negativi per un paziente perugino: la rottura di una valvola cardiaca ed un infarto molto esteso. Un caso raro, difficile da affrontare, che ora entra di diritto tra quelli da presentare in convegni di cardiologia per confronto e studio tra esperti. Ad essere impegnata l’equipe cardiologica del Dr. Claudio Cavallini, che ha effettuato i due interventi chirurgici a distanza di poche ore l’uno dall’altro: il primo sulle coronarie; il secondo sulla valvola aortica. “Al paziente era stata impiantata una valvola cardiaca artificiale dodici anni fa – inquadra il caso il Dr Cavallini -. Improvvisamente le sue condizioni generali, eccellenti fino al giorno prima del ricovero, si sono aggravate ed è stato accompagnato d’urgenza al Pronto Soccorso del nostro Ospedale per un grave e violento dolore cardiaco. Immediato l’intervento di disostruzione di una coronaria occlusa con la oramai consueta tecnica dello stent coronarico, ma, risolto il problema dell’ischemia, le condizioni cliniche del paziente restavano molto gravi per via della rottura della valvola aortica artificiale applicata molti anni prima”. Ed è stato a quel punto che, per l’altro rischio operatorio, non era ipotizzabile un’operazione cardio-chirurgica tradizionale.
“D’accordo con tutta l’equipe di Unità di Terapia Intensiva Cardiologica e di Emodinamica, abbiamo deciso di tentare un intervento molto delicato, mai eseguito in una tale situazione – prosegue Cavallini -: la sostituzione valvolare percutanea in emergenza. All’Azienda che produce la valvola abbiamo indicato le misure precise dell’apparecchio da impiantare ed un tecnico è partito da Roma per consegnarcelo in tempo utile”. Ore di comprensibile ansia per familiari ed operatori sanitarti rimasti in attesa dell’apparecchio salvavita. Poi l’intervento di estrema difficoltà: la protesi aortica miniaturizzata è stata introdotta in un’arteria periferica e da qui spinta fino all’interno del cuore dove, una volta aperta, ha completamente sostituito la protesi vecchia degenerata. Ne è valsa la pena effettuare due interventi in emergenza: pochi giorni e le condizioni del paziente sono migliorate e dopo una degenza di una settimana, stamane è stato dimesso.
“Interventi di impianto percutaneo di valvole aortiche di questo tipo sono già stati eseguiti sia al S. Maria della Misericordia che nei principali centri europei e mondiali, ma sempre in condizioni elettive, su pazienti stabili e al di fuori di un infarto acuto – ci tiene a sottolineare il Direttore della struttura complessa di Cardiologia, il Dr. Cavallini -. L’aver eseguito in rapida successione un intervento salvavita sulle coronarie e, immediatamente dopo e in condizioni drammatiche, un intervento salvavita riparativo sulla valvola rotta rappresenta una novità assoluta, che ora vogliamo illustrare in convegni internazionali e che potrà essere replicata a livello mondiale in casi analoghi”. La soddisfazione più grande per medici e personale infermieristico? La commozione del paziente al momento che gli è stata data notizia delle sue dimissioni: lacrime di gioia ed abbracci per tutti. “In oltre 30 anni di attività la complessa gestione di questo caso è quella che mi ha dato più soddisfazione umana e professionale – commenta Cavallini -. La nostra attività regala emozioni che dobbiamo saper gestire, ma questa volta io ed i miei collaboratori ci siamo lasciati coinvolgere anche emotivamente, vedendo il paziente mentre ci abbracciava”.
Sul caso trattato anche un intervento del Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera di Perugia Walter Orlandi: “Il risultato ottenuto in un caso di tale complessità conferma l’alto livello di specializzazione raggiunto dalla Cardiologia del nostro ospedale, che si conferma centro di eccellenza nazionale nella gestione delle emergenze”.