Patto di solidarietà tra Castello e Apecchio a sostegno di Elia, in campo per la partita della vita - Tuttoggi.info

Patto di solidarietà tra Castello e Apecchio a sostegno di Elia, in campo per la partita della vita

Davide Baccarini

Patto di solidarietà tra Castello e Apecchio a sostegno di Elia, in campo per la partita della vita

Mar, 13/06/2023 - 09:56

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I Comuni di Apecchio e Città di Castello, insieme a 18 fra Pro Loco e Società Rionali, hanno raccolto fondi per aiutare il bambino a combattere la malattia | I genitori Tania e Massimo “Commossi da tanta vicinanza e solidarietà"

Elia “campione del sorriso”, in campo con la maglia della Juventus, sua squadra del cuore, per giocare ogni giorno la partita per la vita assieme alla sua famiglia.

Una storia unica e commovente – che sta facendo il giro del web alimentando un passaparola solidale – quella di Elia Maltagliati, bambino cinese di 10 anni, di Apecchio, adottato da Tania Luchetti e Massimo Maltagliati, che nel 2015 hanno scoperto la sua malattia degenerativa, la forma più aggressiva di distrofia muscolare, la “Duchenne”.

Elia ha ancora bisogno di terapie, fisioterapia, neuropsicomotricità e logopedia per anni, assumendo farmaci che dovrebbero rallentare l’incessante progredire della malattia ma purtroppo questa non è la cura. Una storia, come altre purtroppo in Italia e nel mondo, che si colora di tanta solidarietà come quella vissuta ieri sera (12 giugno) a San Maiano (Città di Castello), dove la Pro Loco ha organizzato per lui un torneo di calcio a 5 (fino a venerdì 23 giugno), abbinato ad una spontanea raccolta fondi che in poco tempo si è tramutata in un assegno alla famiglia per sostenere ingenti spese di adeguamento strutturale dell’abitazione alle crescenti e mutate esigenze di deambulazione del bambino, che frequenta la scuola primaria ad Apecchio ma ha parenti, amici e tanti interessi a pochi chilometri, nel Tifernate.

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Due Comuni di altrettante regioni diverse, 18 fra Pro Loco e Società Rionali, tante persone dell’uno e dell’altro versante territoriale hanno messo insieme una cifra in denaro, 2.700 euro, “un primo passo verso altre iniziative di solidarietà” come ha tenuto a precisare il Presidente della Pro Loco di San Maiano Fabio Fortuni, promotore della bellissima iniziativa assieme a tutto lo staff del paese.

Come nelle migliori occasioni l’apertura della manifestazione sportiva, di fronte ad oltre 100 persone, è stata preceduta da musica e brevi interventi istituzionali che hanno sancito un patto di solidarietà unico fra Città di Castello e Apecchio. Prima del calcio d’inizio ad Elia, tifosissimo della Juventus come il padre Massimo, il presidente dello Juventus Club Altotevere Sandro Crocioni ha consegnato una maglia bianconera, che il bambino visibilmente euforico ha subito indossato con orgoglio tirando il calcio al pallone subito dopo il fischio dell’arbitro.

“La nostra famiglia – hanno dichiarato mamma Tania e papà Massimoringrazia di cuore Fabio Fortuni, promotore di questa onorevole iniziativa a sostegno di nostro figlio. Siamo veramente commossi per quello che hanno fatto con cuore e grande umanità. Noi siamo da sempre molto legati a Castello, dove peraltro è presente l’associazione Parent Project di Renato Pescari per la ricerca sulla distrofia muscolare, la quale ci ha sempre supportato nella gestione della malattia di nostro figlio. Per noi il vostro territorio è come una seconda casa. Non ci sono parole per ringraziarvi di questo contributo, che verrà utilizzato per le varie terapie che Elia fa 3 volte a settimana e per i lavori di adeguamento che dovremmo affrontare con il progredire della malattia. Vogliamo garantirgli una vita più normale possibile e serena, fargli fare tutte le esperienze possibili e le varie attività come un bambino senza bisogni speciali”.

Non neghiamo – hanno aggiunto – che ci sono stati momenti difficili e di sconforto come quando, poche settimane fa, abbiamo preso la carrozzella per supportarlo nella deambulazione. Noi genitori ci auguriamo di riuscire a mantenere il suo sorriso, continueremo a farlo mettendo davanti Elia come persona e la malattia in secondo piano, perché prima di tutto c’è lui. Un disabile è in primis una persona e bisogna vederlo come tale. Sentiamo calore e vicinanza di intere comunità che ci danno grinta e forza giusta per continuare nel nostro lavoro”.

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