Impianto eolico Castel Giorgio-Orvieto: "La Regione Umbria ha rilasciato parere favorevole alla Commissione di VIA del Ministerio per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica".
“La Regione Umbria ha recentemente rilasciato parere favorevole alla Commissione di VIA del Ministerio per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica, per la realizzazione di un impianto eolico, a Castel Giorgio e Orvieto, composto di 7 aerogeneratori di grandi dimensioni, che saranno visibili a 360°”.
“Questo – si legge in una nota di Italia Nostra – nonostante l’area su cui dovrebbe sorgere l’impianto eolico PHOBOS sia collocata all’interno dell’Unità di Paesaggio 4TV ‘Tavolato vulcanico di Castel Giorgio – Poderetto – Casa Perazza – Torre S. Severo – Porano – Canale Nuovo – Castellunchio – S. Egidio, contraddistinta da un paesaggio agrario storico di pregio”.
Italia Nostra: “La localizzazione dell’impianto andrebbe a ricadere all’interno della fascia di rispetto dei Beni Culturali”
“La Regione – sostiene Italia Nostra – non ha rilevato che la localizzazione dell’impianto andrebbe a ricadere all’interno della fascia di rispetto dei Beni Culturali tutelati, stabilita dalle disposizioni introdotte dal D.L. 50/2022, successivamente modificate dal recente D.L.n. 13 del 24 febbraio scorso in materia di aree idonee, e risulterebbe, pertanto, in contrasto con le leggi vigenti. Gli aerogeneratori 1, 4 e 6 ricadono in un perimetro inferiore ai 3 km da Beni Culturali tutelati ex art. 136 dalla L. 42/2004 – Castello di Montalfina, Complesso di Montiolo, Necropoli etrusca di Laguscello, Borgo Pecorone, Palazzo Simoncelli o Palazzone e Casa Parrocchiale a Torre San Severo”.
“Il progetto, inoltre, ha impatti anche sull’antica Via Traiana, un’arteria romana valorizzata dal sentiero regionale ‘Traversata dei laghi’ che, nel tratto tra Orvieto/Castel Giorgio e Bolsena, si attesta sul tracciato dove verrebbero installati gli aerogeneratori 3, 4 e 5”.
“Area non idonea a ospitare un simile impianto industriale”
“La relazione archeologica, ancora, evidenzia tre necropoli principali nelle località Laguscello (vincolata con decreto del 21.6.2011), Fattoraccio e Casa Perazza, tutte risalenti, secondo gli ultimi scavi, al IV e al II secolo a.C., e propone come ‘opera compensativa’ la valorizzazione del sito archeologico, riconoscendo implicitamente che il ‘Parco eolico Phobos’ arrecherà un danno da compensare alla comunità. La relazione ricorda che ‘nel 2014 fu decisa la ripulitura di una delle tombe, costituite da camere con lungo dromos di accesso ricavate nel banco di tufo, e furono recuperati circa 70 pezzi di pregevole valore, tra cui una statua bronzea raffigurante un drago’. La presenza di consistenti evidenze archeologiche nell’area non può far escludere che nella realizzazione dell’opera possano malauguratamente esservi rischi per eventuali altri beni archeologici, benché la relazione archeologica classifichi tale rischio come basso”.
“Per tali motivi, l’Associazione ritiene che l’area su cui insisterebbe il progetto non sia idonea a ospitare un simile impianto industriale”.
Mazzi: “La notizia mi sorprende”
Nell’ultima seduta del Consiglio comunale, Federico Giovannini, consigliere Pd, ha sollecitato aggiornamenti sullo stato del progetto del parco eolico “Phobos” tra Orvieto e Castel Gorgio. Inoltre ha chiesto se l’Amministrazione fosse a conoscenza del parere favorevole emesso dalla Regione Umbria.
“La notizia che mi dà mi sorprende”, ha risposto il vicesindaco di Orvieto con delega all’Urbanistica, Mario Angelo Mazzi. “Eventualmente ci sarà stata una proroga della Conferenza dei servizi. Noi in quella sede avevamo già prodotto un documento insieme al Comune di Castel Giorgio, in cui, oltre a manifestare il dissenso, avevamo evidenziato che quella zona aveva dei vincoli che a loro erano sfuggiti. Anche la Regione Umbria aveva risposto con una serie di richiami a provvedimenti e norme esistenti che mettevano in discussione tutta la Conferenza dei servizi. Francamente mi sfugge che due giorni fa abbiano espresso un parere contrario. Ci attiveremo subito insieme al Comune di Castel Giorgio”.