di Gruppo Misto e Rinnovamento per Spoleto
Abbiamo volutamente atteso prima di consegnare la nostra interrogazione sul deposito museale. Speravamo che nel frattempo oltre alla risposta di circostanza, tesa a confermare quanto da noi denunciato, avessero compiuto quegli atti necessari a modificare lo stato dell'arte. Ci saremmo aspettati ad esempio che fosse stato superato il problema organizzativo, che rende inefficiente l'allarme. Avremmo apprezzato la messa in discussione della polizza assicurativa, ed invece è tutto come prima. Abbiamo parlato non a caso di assicurazione perché il Dirigente della CUT, durante il nostro sopralluogo, si affrettò a dire che indipendentemente dalle evidenti criticità dell'impiantistica, tutto era comunque tutelato da una polizza assicurativa. Subito da parte nostre furono sollevate delle perplessità, ma affermammo che ci saremmo espressi solo dopo aver verificato i termini della polizza.
Purtroppo le nostre perplessità sono diventate certezze. Infatti, come era immaginabile, per l'efficacia del contratto sono condizioni indispensabili ed essenziali che i locali contenenti i beni assicurati siano protetti da validi mezzi di chiusura e da efficienti sistemi prevenzione anticrimine ed antincendio. Pena il rimborso parziale di eventuali danni. La stessa Amministrazione ci aveva rassicurato che la catalogazione era quasi completa, ma allora perché nell'allegato che è parte integrante alla polizza, per ciò che riguarda le opere contenute al deposito è riportato un elenco generico, con una stima pari a 750mila euro ? Senza voler considerare il valore delle opere trasferite di recente da “palazzo Collicola”, giacciono nel deposito gli arazzi di valore superiore ai 2milioni e 500mila euro! A fronte di queste cifre, da quanto si evince dalla polizza, i beni contenuti nel deposito sono assicurati per una cifra massima di appena un milione di euro! E' paradossale che un'Amministrazione che tutela in maniera così approssimativamente i beni culturali, nel comunicato del 26 ottobre u.s. abbia accusato noi di usare un tono esagerato e che rischiava di danneggiare ingiustificatamente l'immagine della città che, a parer suo, ha sempre puntato con passione ed impegno sulla tutela e valorizzazione dei beni culturali. Cosa vogliono aspettare per prendere le opportune misure? Vogliono aggiungere danno al danno? Non sono bastati gli oltre tre milioni di euro già sperperati nelle ben note vicende ENDESA, ASFALTI SINTEX, DEMANIO, MEDIAVIP, etc etc ?