Dalle 12 circa la Corte presieduta dal giudice Gaetano Mautone, (Nicla Restivo, a latere) si è riunita in camera di consiglio. Nessuna indicazione è stata fornita sull’ora della sentenza che comunque non sarà pronunciata prima delle 17 di oggi.
Per l’omicidio di Alessandro Polizzi (avvenuto la notte del 26 marzo del 2013) a carico dei due imputati Riccardo e Valerio Menenti ci sono due richieste di ergastolo con isolamento diurno per 18 mesi, mentre le difese hanno richiesto per Valerio l’assoluzione (anche dall’accusa di maltrattamenti) e la pubblicazione della sentenza di assoluzione su giornali locali e nazionali “per ridare a questo ragazzo almeno un briciolo di dignità” e per Riccardo, considerato l’esecutore materiale dell’omicidio, la derubricazione in omicidio preterintenzionale per la morte di Alessandro e assoluzione per il tentato omicidio di Julia Tosti.
Intanto stamattina è stata la volta delle repliche dell’accusa e delle difese. Secondo il procuratore aggiunto Antonella Duchini (affiancato dal pm Gemma Miliani)gli elementi di penale responsabilità di Valerio sono riconducibili al movente (il rancore nei confronti di Alessandro che per tre volte lo aveva picchiato e della ex fidanzata Julia), alla volontà omicidiaria già espressa (testimonianze rispetto al suo desiderio di vendetta), alle chiavi dell’appartamento e della palazzina fornite al padre, al falso alibi fornito al padre (il fatto che fosse nel casale di Todi), al possesso della pistola del nonno arma del delitto, all’avere fornito elementi sulla vettura in possesso ad Alessandro, alle conversazioni intercettate. “Come abbiamo detto e scritto – ha spiegato il pm – non è vero che l’unico elemento da concorso sia la testimonianza della commessa del compro oro, perché se anche quella non ci fosse le risultanze sarebbero le stesse, ma visto che c’è la Corte la dovrà considerare”. “Coerenza, mancanza di inimicizie con i coinvolti, assenza di prove contrarie, questo rende attendibile un testimone”, per questo spiega il pm “non si può dire in sintesi che siccome un testimone non ci piace o non ci sta simpatico, o è rumeno o è albanese per questo non è attendibile. Ma se anche la corte, non so come, ma dovesse ritenerla non attendibile, questo non cambierebbe le cose per Valerio”.
L’avvocato di parte civile Nadia Trappolini che difende la famiglia Polizzi riferendosi alla difesa ha detto: “Alessandro è stato ucciso due volte, la seconda con le calunnie. Hanno preferito calunniare le vittime perchè sapevano che non esisteva nessun altro modo per far entrare in aula quelle calunnie se non farsi intercettare in carcere, non c’è altro riscontro alle cose che dicono di Julia ed Alessandro – e ancora – Non avete mai sentito Valerio condannare il gesto del padre perché non è mai avvenuto”. Poi l’avvocato Donatella Donati, parte civile per Julia Tosti: “ Vorrei soltanto fermare l’attenzione sul frame che avete visto poco fa, quel frame è datato 26 aprile 2013, Valerio aveva appena saputo degli esiti delle analisi e che il padre era coinvolto nell’omicidio, ci aveva detto di essere rimasto sconvolto da quella notizia e invece in queste immagini (riprese durante il colloquio con i familiari, ndr) non c’è traccia del turbamento di cui ci ha parlato”. “Questo difensore e questa difesa – ha affermato l’avvocato della difesa Manuela Lupo – non hanno mai, in nessun modo calunniato o parlato male di Alessandro Polizzi. Non troverete mai una nostra parola contro Alessandro Polizzi. Ma non perché siamo bravi, ma perché non ce n’è motivo perché Valerio nonostante le tre aggressioni non ce l’ha mai avuta con Alessandro Polizzi”. Ora non resta che attendere.