Omicidio Marielle, a 5 mesi dal delitto carabinieri tornano a Pistrino ma in un'altra casa - Tuttoggi.info

Omicidio Marielle, a 5 mesi dal delitto carabinieri tornano a Pistrino ma in un’altra casa

Davide Baccarini

Omicidio Marielle, a 5 mesi dal delitto carabinieri tornano a Pistrino ma in un’altra casa

Gio, 11/05/2023 - 20:01

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Sopralluogo di militari e Scientifica in via Sfrilli, ma in un'abitazione poco distante dalla casa della 71enne trovata morta | Prelevati alcuni oggetti e sentiti testimoni

Ad oltre 5 mesi di distanza dal delitto potrebbe essere arrivata una svolta sull’omicidio di Marielle Soethe, la 71enne tedesca trovata morta nel suo appartamento di via Sfrilli, a Pistrino (Citerna) lo scorso 1 dicembre 2022.

Questa mattina (11 maggio) carabinieri e Scientifica sono tornati proprio in via Sfrilli ma non nella casa della vittima (già setacciata in lungo e in largo tra dicembre e gennaio), bensì in un’altra abitazione poco distante. Il sopralluogo è durato almeno 3 ore e sarebbero stati prelevati alcuni oggetti. Sentiti anche diversi testimoni nei dintorni ma le operazioni vanno avanti nel più stretto riserbo.

Le indagini coordinate dalla Procura di Perugia – il pm è Paolo Abbritti – proseguono dunque per dare un nome ed un volto all’assassino. Nessuno infatti, dopo tutto questo tempo, risulta ancora iscritto sul registro degli indagati. Anche al momento non risulta nessun fermo.

L’omicidio e le indagini

Già dopo poche ore il ritrovamento del cadavere – sul volto del quale erano presenti evidenti tumefazioni riconducibili ad una presunta colluttazione – la Procura di Perugia aveva aperto un fascicolo per omicidio a carico di ignoti. La successiva autopsia aveva poi confermato segni di violente percosse non solo in viso ma su altre parti del corpo, soprattutto nel torace.

La casa di Marielle, nonostante ciò, era stata ritrovata “sigillata”, con l’assassino che si sarebbe stranamente premurato di chiudere tutte le porte e le finestre dell’abitazione (un’abitudine estranea alla donna, che era solita lasciare sempre le persiane aperte con le luci accese). L’assenza del minimo segno di effrazione proprio sugli infissi fa inoltre pensare che potrebbe essere stata proprio la 71enne ad aprire la porta al suo carnefice, probabilmente una persona che conosceva e di cui si fidava.

Resta comunque il fatto che, dopo centinaia di interrogatori tra conoscenti e amici, nessuno di questi sia caduto in contraddizioni importanti o possa aver mostrato comportamenti sospetti. Gli stessi pc e cellulari (più di uno) trovati all’interno dell’appartamento, non avrebbero fornito ulteriori informazioni riguardo a “pericolose” frequentazioni della donna, né tantomeno su una sua eventuale vita parallela.

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