Ieri mattina i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Perugia hanno svolto insieme ai colleghi della Compagnia Carabinieri tifernate un sopralluogo lungo il tratto di circa 400 metri delle mura urbiche di Città di Castello deturpato da due scritte con vernice spray.
L’ispezione è servita a verificare con l’osservazione diretta il tipo di danno provocato dagli autori dell’atto vandalico e ad acquisire ulteriori elementi di valutazione ai fini investigativi. I militari che fanno capo al Ministero della Cultura hanno prontamente raggiunto il centro storico tifernate a seguito della denuncia contro ignoti formalizzata nella mattinata di oggi dall’amministrazione comunale presso il comando dei Carabinieri per il reato di danneggiamento di bene culturale.
Il sopralluogo ha sottolineato la particolare cura che viene assicurata dalle forze dell’ordine alla salvaguardia del patrimonio storico artistico, nell’ambito della quale il i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Perugia si contraddistinguono costantemente per un’azione di monitoraggio e pronto intervento condotta con perizia e puntualità. “Un segnale davvero importante di vicinanza e attenzione da parte dell’Arma dei Carabinieri, che ringraziamo per aver affiancato ai militari della Compagnia tifernate il personale specializzato nell’attività di investigazione sui danneggiamenti del patrimonio culturale in forza al corpo, che opera con professionalità esperte e tecnologie moderne”, afferma il sindaco Luca Secondi nel ringraziare i Carabinieri per “una risposta tempestiva e qualificata alla denuncia che abbiamo sporto con l’obiettivo di fare in modo che i responsabili del vergognoso gesto che ha deturpato uno dei monumenti più importanti della città vengano messi di fronte alle proprie responsabilità”.
Disciplinato dall’art. 518 duodecis del Codice Penale, il reato di danneggiamento di bene culturale prevede la reclusione da 2 a 5 anni e la multa da 2.500 a 15.000 euro per “chiunque distrugge, disperde, deteriora o imbratta beni culturali o paesaggistici”. Il sopralluogo di stamattina, al quale hanno preso parte anche gli agenti della Polizia Locale di Città di Castello, ha permesso di raccogliere elementi utili alla formulazione di ipotesi di indagine per l’individuazione degli autori dell’atto vandalico, che hanno imbrattato anche un tratto del rivestimento del cantiere in corso di rimozione nel parcheggio di viale Armando Diaz. I Carabinieri verificheranno l’eventuale disponibilità di immagini del sistema di videosorveglianza comunale in grado di supportare l’attività investigativa, che è già partita sulla base dei primi riscontri diretti compiuti sulle mura urbiche. La gravità dell’episodio, oltre a risiedere nell’offesa a un bene di pregio culturale e storico della città, sta anche nel fatto che la vernice spray utilizzata per imbrattare la cinta muraria potrebbe penetrare a fondo nella pietra e macchiarla irreversibilmente.
Anche per questo, nei prossimi giorni i tecnici del Servizio Patrimonio Comunale dell’amministrazione tifernate verificheranno lo stato delle porzioni lapidee deturpate insieme all’impresa edile che ha curato il restauro conservativo del tratto delle mura urbiche interessato dall’atto vandalico. La porzione di cinta muraria compresa tra Palazzo Vitelli a Sant’Egidio e la Palazzina Vitelli è stata aggiunta nel XVI secolo alla cinta muraria presente fin dall’epoca medievale, andando ad inglobare le aree occupate dalle due residenze rinascimentali, comprese le zone di pertinenza a parco interne. La struttura è costituita da muratura di laterizio sui fronti esterni con riempimento in pietrame sbozzato. L’intervento di restauro conservativo appena concluso, finanziato con 1 milione e 500 mila euro con contributo regionale a valere sulle risorse POR-FESR 2014-2020, è consistito in opere di consolidamento, messa in sicurezza e recupero statico delle porzioni pericolanti, che hanno riguardato anche il parco interno di Palazzo Vitelli a Sant’Egidio, dove la collinetta è stata interessata dall’installazione di micropali per contenere la spinta del terreno e scaricare dal punto di vista statico la pressione sulla scalinata e sono stati realizzati nuovi servizi igienici a disposizione degli utenti nei locali dell’ex caldaia della residenza. A completare il restauro sono state la sistemazione del percorso pedonale esistente e la realizzazione di un impianto di illuminazione monumentale a led alla base delle mura per valorizzare angoli e porzioni del manufatto storico.