Moto d’epoca, monili d’oro, ma anche oggetti sacri da chiese e cimiteri di grandissimo valore. Non faceva nessuna differenza per L.G., quarantaquattrenne sardo ma da anni residente in Umbria, incastrato dai Carabinieri del Comando Provinciale di Perugia (tenente colonnello Antonio Morra), precisamente dei Nuclei Operativi e Radiomobile delle Compagnie di Città di Castello e Assisi (compagnie guidate dal tenente colonnello Marco Vetrulli e dal maggiore Giuseppe Manichino) e della Stazione di Umbertide, in collaborazione con i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Perugia (agli ordini del tenente colonnello Guido Barbieri).
Coordinati dalla Procura della Repubblica del capoluogo umbro, come spiegato nel corso di una conferenza stampa svoltasi al Cenacolo di Assisi, i militari hanno portato a termine due articolate e complesse indagini, dal nome “Scrambler” e “Chiese Sicure”, convergenti in un unico procedimento penale. L’uomo (arrestato su ordine del gip Frabotta e ora ai domiciliari), secondo le indagini dei carabinieri, sarebbe responsabile di una serie di furti in abitazioni e luoghi di culto in Umbria e in Toscana. L’inchiesta ha portato anche alla denuncia, a piede libero, di 8 persone – molti antiquari – per ricettazione.
La prima indagine, Scrambler, dal nome di una moto rubata, è partita nel maggio del 2017 da Assisi. I militari, anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e mail, hanno operato sulle province di Perugia e Arezzo, dopo la denuncia di furti da parte di un assisano, che si è visto rubare numerosi monili in oro, due moto antiche, un triciclo ed una bici dei primi dell’800. Già a novembre i militari assisani hanno ritrovato e sequestrato l’altra moto ricercata,una Moto Guzzi modello Falcone Sport, già pronta per essere reimmatricolata a nome del titolare del capannone di Bastia Umbra all’interno della quale era stata ritrovata. L‘uomo, era poi stato denunciato per riciclaggio e falso, unitamente ad una antiquaria di Santa Maria degli Angeli che, qualche mese prima, gliel’aveva venduta per una cifra intorno ai 10.000 euro.
Secondo le indagini dei carabinieri, l’antiquaria assisana aveva ricevuto entrambe le moto dall’ex marito, quarantaquattrenne, da anni residente in Umbria e già noto alle forze dell’ordine per fatti simili (l’uomo che poi è stato arrestato).
Nel giugno 2018 l’uomo è stato oggetto di ulteriori indagini, supportate da una complessa attività di intercettazione telefonica, oltre che da attività diretta (osservazione, controllo e pedinamento, perquisizioni, sequestri, ecc.) che hanno permesso di conseguire un duplice risultato: l’individuazione della persona a cui era stata venduta, dagli ex coniugi, la Ducati Scrambler; ma anche la scoperta di altri tre furti in abitazione perpetrati ad Assisi, Magione e Tuoro sul Trasimeno, nonché della ricettazione di numerosi beni ecclesiastici e di importanza storico/archeologica, nonché di svariate insolvenze fraudolente e truffe ai danni di albergatori e persone del luogo.
Grazie alle intercettazioni si è scoperto che se la donna, temendo per i figli, avrebbe voluto dire la verità agli investigatori, ma il 44enne l’avrebbe dissuasa assicurandole che “nella peggiore delle ipotesi, avrebbe beccato una denuncia”. Il costante monitoraggio delle utenze telefoniche in uso al pregiudicato sardo e all’ex moglie hanno portato a ricostruire tutti gli spostamenti dell’uomo ed allo stesso tempo hanno permesso di identificare, grazie ai numerosi contatti telefonici rilevati, i ricettatori compiacenti, coinvolti nella fitta rete di attività illecite messe in atto dai coniugi.
Quattro antiquari della Provincia di Perugia ed uno della Provincia di Arezzo, individuati quali diretti acquirenti dei beni provento di furto venduti loro dal ladro, sono stati denunciati per ricettazione. Le perquisizioni hanno portato al rinvenimento e al sequestro di oltre 100 oggetti, costituiti da beni ecclesiastici, opere d’arte, dipinti ed oggetti antichi (tra cui dipinti di Osmida, opere in marmo e bronzo dello scultore assisano Rosignoli, due dipinti su tela del ‘700 raffiguranti due stazioni della via crucis); beni del valore di oltre 100.000 euro, che si è accertato essere provento di furti perpetrati in danno di chiese, cimiteri, ville ed abitazioni ubicate nelle zone di Città di Castello, Umbertide, Montone, Resina, Assisi, Magione e Tuoro sul Trasimeno. Su parte dell’ingente refurtiva recuperata si sta ancora procedendo al riconoscimento da parte di coloro che hanno subito i furti.
Per quanto riguarda invece l’operazione “Chiese sicure”, l’indagine, condotta dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Perugia, congiuntamente ai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Città di Castello e della Stazione Carabinieri di Umbertide, prende avvio e si sviluppa dal trascorso mese di maggio sino all’esecuzione dei provvedimenti del luglio 2019. La stessa, che ha interessato i territori di più comuni delle province perugina, aretina e senese (nello specifico Chiusi, Foiano della Chiana e Torrita di Siena), trova avvio in seguito alla denuncia di furto, presentata dal Parroco della Chiesa della Collegiata di Umbertide, monsignor Don Pietro Vispi, dalla quale erano stati rubati alcuni pregiati manufatti di natura devozionale contenenti preziose reliquie di Santi. Gli accertamenti, immediatamente avviati, hanno portato ad individuare il 44enne, già tenuto sotto osservazione dai Carabinieri di Assisi.
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Le varie indagini sono confluite in un unico filone investigativo proseguito e condotto sotto la direzione dell’Autorità Giudiziaria perugina: i provvedimenti, eseguiti oltre che in Umbria anche in Toscana e nelle Marche, hanno permesso di recuperare un ingente quantitativo di refurtiva per la quale si sta ancora procedendo al riconoscimento da parte dei derubati.
L’appello dei carabinieri a chi ha subìto furti di questo genere è quello di controllare la banca dati online dell’Arma dove vengono pubblicate le immagini dei beni recuperati. Non tutti quelli sequestrati in queste operazioni sono ancora però disponibili in attesa di alcune ricerche.