Scippo mortale Pallotta, Riesame conferma il carcere | Le "armi" della difesa - Tuttoggi.info

Scippo mortale Pallotta, Riesame conferma il carcere | Le “armi” della difesa

Sara Minciaroni

Scippo mortale Pallotta, Riesame conferma il carcere | Le “armi” della difesa

La difesa annuncia battaglia "Andremo in Cassazione, elementi di nullità e prove contraddittorie"
Gio, 14/04/2016 - 18:43

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Resta in carcere il 39enne che i filmati delle telecamere e gli esami sul Dna hanno portato gli inquirenti ad indicare come l’autore dello scippo in seguito al quale Loredano Maranini ha perso la vita il 4 ottobre del 2015 in via della Pallotta a Perugia. I giudici del Riesame si sono pronunciati nelle scorse ore dopo il ricorso avverso la misura cautelare presentato dal  legale dell’indagato Abdallah Ardouni, l’avvocato Laura Ferraboschi che già annuncia ricorso in Cassazione.

Lo scippo mortale. Maranini, 72 anni, morì dopo diverse ore nel reparto di rianimazione senza essere mai uscito dal coma nel quale era piombato dove aver sbattuto violentemente la testa a seguito della caduta causata dallo scippo. In un primo momento venne fermato un altro uomo, poi immediatamente scarcerato dal Gip perchè gli indizi non collimavano, sono seguite reazioni dell’opinione pubblica ma i successivi sviluppi hanno dato ragione al giudice Brutti che non convalidò il fermo e infatti le indagini hanno poi stretto il cerchio su Ardouni, il cui Dna sarebbe corrispondente con quello repertato sulla tracolla del borsello della vittima. E anche le immagini delle telecamere del Comune sono state utilizzate per tracciare l’identikit dell’aggressore.

Ma la difesa annuncia battaglia. “Il mio assistito – spiega l’avvocato Ferraboschi – non ha conoscenza tecnica del linguaggio giuridico, che è già difficile per un italiano figuriamoci per chi parla un’altra lingua e un italiano incerto. Per non parlare della poca chiarezza nella relazione sul Dna della quale abbiamo letto solo le conclusioni e non tutta la parte pregressa – e ancora – Abbiamo dubbi anche sui filmati delle telecamere, dalle quali suppongono che nelle immagini sia ritratto il mio assistito quando in realtà i testimoni hanno indicato un’altra persona”.

Non ha ancora detto nulla. Alla domanda diretta se il suo assisti abbia o meno ammesso responsabilità sullo scippo l’avvocato spiega: Ardouni si è sempre avvalso della facoltà di non rispondere, non solo, ma è affetto da uno stato psicotico con evidenti aspetti psichiatrici. Lui non ha ancora detto nulla e dubito anche che quando gli hanno chiesto al momento dell’arresto se comprendeva quanto stava accadendo abbia risposto con cognizione”.

Per i giudici del Riesame ( Narducci presidente e a latere  Semeraro e Verola) però a scippare e a far cadere Maranini dopo averlo pedinato è stato il giovane adesso in carcere. Intanto la difesa ha richiesto la perizia sul Dna con la formula dell’incidente probatorio. 

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