Morti e infortuni sul lavoro (l’ultimo, il manutentore che ha perso la vita a Collepepe); allarme infrastrutture (soprattutto con l’emergenza E45); ricostruzione post-terremoto che non parte: il 2019 si è aperto per l’Umbria, e per la provincia di Perugia in particolare, all’insegna dell’emergenza.
Un’emergenza di fronte alla quale la Cgil non intende restare a guardare: “Siamo pronti ad avviare una fase di mobilitazione – ha detto nel corso di una conferenza stampa Filippo Ciavaglia, segretario generale della Cgil di Perugia, accompagnato dalla segreteria provinciale – perché quello che sta succedendo, sia sul fronte delle morti sul lavoro (già 3 nel 2019 in provincia di Perugia, che si sommano alle 14 del 2018), ma anche da un punto di vista economico e infrastrutturale, non può certo lasciarci indifferenti“.
Dunque, via alla mobilitazione, che si aprirà con 4 attivi territoriali tra fine gennaio e inizio febbraio, in Alta Umbria (29 gennaio), Valle Umbra/Valnerina (30 gennaio), Trasimeno e Media Valle del Tevere (31 gennaio) e Perugia (4 febbraio). Attivi nei quali il sindacato chiamerà a raccolta tutti i suoi iscritti per preparare poi, in concerto con Cisl e Uil, le azioni di lotta che si renderanno necessarie. “Crediamo che il quadro economico e sociale che abbiamo davanti sia assolutamente preoccupante – ha aggiunto Ciavaglia – e la chiusura della E45 è un ulteriore colpo durissimo per il territorio. Dall’altra parte della provincia invece – ha aggiunto il segretario – c’è la ricostruzione post-terremoto che non è sostanzialmente ancora partita, mentre permane forte incertezza rispetto alla conferma di strumenti fondamentali, quali il durc con congruità, che sono garanzia di legalità e sicurezza sul lavoro”.