Dall'acceso dibattito sui fasci a quello, sottotono, sull'effettiva gestione del grande contenitore all'interno del centro storico
Con le casse sempre più vuote, gli Enti locali cercano di attirare i privati nella gestione di vari servizi di interesse pubblico. Dalle affissioni, ai trasporti, alle mense, ai servizi sportivi e per l’infanzia. E ancora prima ai parcheggi, fino alle multe ai semafori. E i privati spesso ci si infilano, perché ciò che per il pubblico si traduce in perdita per loro può risultare un affare.
Ma spesso tempi e modi del pubblico non combaciano con quelli del privato. Ne è un esempio il pasticcio del Mercato Coperto, dove l’Associazione temporanea di scopo che nel 2019 si è aggiudicata la concessione della gestione (per 9 anni rinnovabile per altri 9, a un canone fisso di 176mila euro – ha deciso di ritirarsi. Disposta però a rivalutare la propria offerta qualora il Comune emetta un altro bando. In cui si riveda il canone e soprattutto venga concessa la possibilità di portare nella struttura attività più redditizie rispetto alla vendita di pesce, frutta e verdura, in particolare nell’intrattenimento.
Banchi e intrattenimento
Aspetto, quest’ultimo, che a differenza degli tsunami (prima il Covid, poi la guerra in Ucraina, con il caro-energia che ha fatto schizzare i prezzi) poteva probabilmente essere valutato già da prima. Perché che le attività destinate a essere ospitate al Mercato Coperto fossero a basso valore aggiunto – almeno per una realtà dove si stima transiteranno 2 milioni di clienti – lo si sapeva da subito.
Tempi e costi
Poi ci sono i tempi. E’ vero che dal 2019 ad oggi è cambiato il mondo con eventi epocali. Ma è anche vero che nell’economia globalizzata comunque quattro anni sono un’eternità. Per non parlare dei 9 anni (fino a 18) in cui si sarebbe consumata la concessione. Con un regolamento comunale molto rigido nella gestione della struttura.
D’altra parte, però, ci sono da considerare i tempi di rientro del prestito bancario.
Il dibattito sui fasci
E così, dopo che per mesi e mesi destra e sinistra, dentro e fuori Palazzo dei Priori, si sono accapigliate intorno ai fasci furbescamente fatti emergere dalla calce durante i restauri, in pochi si sono domandati se la strada intrapresa per la gestione del grande contenitore all’interno del centro storico di Perugia fosse ancora percorribile, visti gli ostacoli che nel frattempo si erano rivelati.
E quello sui risvolti economici
O meglio, qualcuno il problema se l’era posto. Il segretario del Pd, Sauro Cristofani, un anno fa aveva chiesto al Comune di azzerare tutto. Una richiesta poi reiterata con atti presentati dai gruppi consiliari di opposizione.
Mercato coperto: ecco perché
è ancora vuoto e lo resterà a lungo
E gli uffici comunali, su indicazione dell’amministrazione, stanno verificando come tirare il freno di emergenza, senza incorrere in infrazioni che comporterebbero il rischio di costose penali e la lente su Palazzo dei Priori della Corte dei Conti (se non della magistratura).
Ma l’argomento su cosa effettivamente ci sarà all’interno del Mercato Coperto, per i prossimi anni, non ha mai interessato veramente i perugini. O almeno, non lo ha appassionato al pari di altri. Un andamento, del resto, che appare tipicamente italiano.