MANOVRA FINANZIARIA: L'IDV- SPOLETO RACCONTA LA CONTROMANOVRA STUDIATA A ROMA - Tuttoggi.info

MANOVRA FINANZIARIA: L'IDV- SPOLETO RACCONTA LA CONTROMANOVRA STUDIATA A ROMA

Redazione

MANOVRA FINANZIARIA: L'IDV- SPOLETO RACCONTA LA CONTROMANOVRA STUDIATA A ROMA

Mer, 02/06/2010 - 20:23

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di Nando Pietro Tomassoni (*)

Per quanti possano essere interessati, oltre ovviamente, all'8% degli elettori che hanno votato per l'Italia dei Valori a Spoleto, ritengo sia doveroso fornire informazioni sulla cosiddetta CONTROMANOVRA che l'IdV depositerà “un attimo dopo che sara' depositato il decreto governativo”. La controproposta porta la firma dell'economista On.le Antonio Borghesi vice capogruppo dell'Idv a Montecitorio. Nel merito, si tratta di un provvedimento di 65 miliardi in due anni, di cui 33 dedicati alla riduzione del deficit e 32 allo sviluppo. Se la proposta non sara' accolta sarà trasformata in emendamenti “per rivoltare come un calzino la manovra del governo varata dal Consiglio dei ministri una settimana fa”. Di questa contromanovra, fino ad oggi, pare si sia interessato soltanto il quotidiano LA REPUBBLICA. Essa, nell'intento di promuovere equità e sviluppo, prevede, tra l'altro: la soppressione di tutte le province (facendo restare Roma, Milano e Napoli anche per evitare di dover ricorrere ad una modifica della Costituzione che comunque, le province le prevede); la reintroduzione dell'ICI per le case di lusso, quindi il recupero di quanto stabilito dal governo Prodi; il blocco quasi totale delle auto blu; una addizionale del 7,5 per cento sui capitali regolarizzati tramite lo scudo fiscale; l'eliminazione del vitalizio ai parlamentari e ai consiglieri regionali. Una finanziaria da 65 miliardi di euro, dei quali 40 per il 2011 e 25 per il 2012. Quindi una manovra biennale di cui 33,5 dedicati alla riduzione del deficit e 32 allo sviluppo attraverso la riduzione del carico fiscale a lavoratori e piccole e medie imprese che rappresentano l'ossatura della “circolazione monetaria e della creazione di ricchezza” sostituendola con la tassazione della rendita semplicemente speculativa. Altre risorse arriverebbero dalla lotta all'evasione fiscale (27,8 miliardi, dei quali 20,6 nel 2011 e 7,2 nel 2012); dal taglio dei costi della politica (24,75 miliardi, dei quali 13 nel 2011 e 11,75 nel 2012), e dai tagli alla spesa pubblica (13 miliardi, dei quali 6,5 dal 20 11). Il risparmio previsto dalla soppressione delle province è di tre miliardi. Dal blocco quasi totale delle auto blu (fatte salve dieci vetture per la presidenza del Consiglio, per i Comuni con oltre un milione di abitanti e poche altre istituzioni) arriverebbero cinque miliardi. Altri ne arriverebbero dalla soppressione degli enti inutili, secondo la lista stilata diversi anni fa dall'allora ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa, e che prevedeva l'abrogazione di 119 strutture. Da una aliquota del 20 per cento, anziché dell'attuale 12,50 per cento, sulle plusvalenze finanziarie speculative (esclusi naturalmente i rendimenti dei titoli di Stato), si otterrebbero 1,2 miliardi l'anno. L'addizionale del 7,5 per cento, sui capitali regolarizzati tramite lo scudo fiscale e che hanno già scontato solo il 5 per cento (si arriverebbe così al 12,5%) si otterrebbero 7,5 miliardi di euro. Fra le misure governative, condivide il redditometro a riscossione immediata, attraverso il quale si procederebbe alla determinazione sintetica del reddito delle persone fisiche e delle società di capitale minori (3 miliardi). In altre parole, per i più avanti con l'atà, si tratterebbe di reintrodurre l'imposta di famiglia. La manovra prevede che possano essere assegnate, all'asta, le frequenze liberate dal passaggio al digitale terrestre, “come hanno fatto altri Paesi: Usa, Gran Bretagna, Germania, Francia”, guadagnando così tre miliardi. Dalla eliminazione del vitalizio per i parlamentari e i consiglieri regionali, si otterrebbe un miliardo l'anno. Dal totale utilizzo delle funzioni della Consip (l'ente pubblico che bandisce le aste per gli enti pubblici con grandi risparmi sulle forniture), verrebbero 5 miliardi l'anno. La controfinanziaria ripartisce poi equamente tra famiglie e imprese misure per la riduzione fiscale e di promozione alla crescita per l'equivalente di 32 miliardi. Per le famiglie (16 miliardi) previsti aumenti delle detrazioni, alleggerimento del carico Irpef sui redditi bassi e medi da lavoro e pensione, estensione degli ammortizzatori sociali anche ai lavoratori atipici. Mentre i 16 miliardi destinati alle piccole e medie imprese verrebbero utilizzati per la riduzione del costo del lavoro e per permettere il pagamento dell'Iva al momento dell'incasso e non in anticipo, come avviene oggi. Una controfinanziaria né di destra, né di sinistra, di proposta e non di protesta, ma, soprattutto MORALE e ONESTA.

(*) Italia dei Valori -Spoleto


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