Musica coinvolgente, una vocalità molto interessante e due mondi che effettivamente si incontrano a Spoleto, nell’ambito del Festival. Scommessa vinta anche quest’anno per il concerto “pop” scelto dal direttore artistico Giorgio Ferrara per rivolgersi al pubblico giovane di Spoleto62. Sì perché il concerto di Mahmood, nonostante qualche “solita” polemica, si è rivelato essere una scelta azzeccata. Forse anche per lo scenario imprevisto, il Teatro Nuovo “Gian Carlo Menotti” invece di piazza Duomo a causa delle previsioni meteo che hanno spinto gli organizzatori a non rischiare.
Completamente gremito il teatro, con la vendita dei biglietti chiusa due giorni prima mentre in tantissimi hanno cercato inutilmente di acquistare un ticket d’ingresso fino all’ultimo minuto mercoledì sera. Oltre 700 spettatori, quindi, ma se le vendite fossero continuate ce ne sarebbero state sicuramente diverse centinaia in più visto l’assalto tardivo alla biglietteria.
Pubblico non solo giovane, ma anche giovanissimo: tanti non solo gli adolescenti ma pure i bambini. Va comunque detto che Alessandro Mahmoud – milanese di padre egiziano che però se ne è andato di casa quando aveva 5 anni – è molto più del tormentone “Soldi” che gli ha fatto vincere il Festival di Sanremo 2019 e lo ha fatto arrivare secondo all’Eurovision Song Contest. E live è strepitoso.
Le sue canzoni, contenute nell’album “Gioventù bruciata”, – lui definisce la sua musicalità “moroccan pop” – risentono indubbiamente dell’influenza della musica araba che lo legano al padre, ma sono molto di più. E la sua bravura emerge ancora di più dal vivo. Perché Mahmood è un vero animale da palcoscenico, capace di entusiasmare e coinvolgere non solo i ragazzini ma anche gli adulti. Insomma, “spacca”.
Ad arricchire il suo concerto – molto breve in realtà, durato giusto un’ora ed anticipato dall’esibizione di un giovanissimo trapper ternano, Aima-D – l’accompagnamento al piano di Dardust, al secolo Dario Faini, compositore, pianista e produttore, per due canzoni: “Soldi” e un altro attuale tormentone estivo, “Calipso”, entrambe con un’esecuzione inedita, “da teatro”. Una prima volta per i due, proprio sul palco di Spoleto62.
Tra una canzone e l’altra anche parole di elogio per Spoleto, per la visuale dalla camera d’albergo, per il cibo. Ed a chiudere un’ora entusiasmante di musica, dopo la versione inedita di “Soldi”, non poteva che essere quella originale, con tanto di battito di mani a tempo.
Ad aprire la serata erano stati i saluti del direttore artistico del Festival, Giorgio Ferrara e del presidente della Fondazione Festival dei Due Mondi, Umberto de Augustinis. “Stasera abbiamo consistentemente abbassato l’età media degli spettatori e questa è una bellissima cosa, siamo molto contenti dell’età vostra” ha detto il sindaco de Augustinis. “Sono sicuro che vi divertirete con questo spettacolo originale del Festival ma che dovrebbe essere più o meno all’altezza di quello che vi aspettate“.
“Di Alessandro Mahmoud non ho nulla da dirvi, soltanto che mi piace molto, è una novità nel panorama italiano, sono contento che abbia accettato di venire qui” ha detto invece Ferrara.