Mafia Capitale e Acea, dubbi su inceneritore Terni / M5S presenta esposto a Corte Conti - Tuttoggi.info

Mafia Capitale e Acea, dubbi su inceneritore Terni / M5S presenta esposto a Corte Conti

Redazione

Mafia Capitale e Acea, dubbi su inceneritore Terni / M5S presenta esposto a Corte Conti

La nota nel blog di Beppe Grillo
Ven, 03/04/2015 - 21:35

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Nell’ambito dell’inchiesta “Mafia Capitale” erano emersi alcuni sospetti sui bilanci della società Acea che gestisce uno degli inceneritori della città. Il gruppo della Camera del M5S ha deciso di presentare un esposto alla Corte Dei Conti per far luce sulla vicenda. I presunti legami tra l’inchiesta di Roma e gli interessi di Acea nella conca avevano generato più di un imbarazzo, in particolare la schermaglia tra il primo cittadino Di Girolamo e il Sostituto Procuratore Della Repubblica,  Elisabetta Massini, che in una conferenza presso il liceo “Angeloni” si era lasciata andare a dichiarazioni di una certa gravità: “Terni è una città di gomma e non libera” – parole che avevano scosso le sale di Palazzo Spada nei giorni del Santo Natale 2014. Immediata era stata la replica del sindaco: “La Massini è fuoriluogo – aveva dichiarato Di Girolamo – condivido le parole del Presidente Della Repubblica, Giorgio Napolitano, che nel suo discorso al Csm, ha invitato i magistrati ad avere comportamenti ispirati a discrezione, misura ed equilibrio”.

Precedentemente il M5S di Terni aveva invece chiesto una Commissione Speciale di indagine per monitorare eventuali infiltrazioni mafiose nel territorio del ternan

In tempi non sospetti poi il “Comtitato No Inceneritori Terni” aveva in qualche modo trovato un legame tra Roma, Terni e la “Terra di Mezzo”, negli interessi di Riaccardo Mancini, “l’uomo di Alemanno”, ex sd dell’Ente Eur.

Leggiamo cosa viene scritto nel blog di Beppe Grillo: “Abbiamo deciso di depositare un esposto alla Corte dei Conti per segnalare quanto emerso dall’inchiesta pubblicata il 16 gennaio su l’Espresso, relativa agli appalti neri e Mafia Capitale.
Da tale inchiesta abbiamo appreso che Acea S.p.A. non sembra essere affatto estranea alla bufera giudiziaria che ha investito la Capitale. In tale inchiesta si legge che appalti milionari sono stati infatti ripetutamente affidati dalla partecipata del Comune di Roma a ditte legate a Mancini e a Monaco, nomi entrambi noti alla Procura di Roma.
Da tale inchiesta emergono una serie di appalti i cui costi sono aumentati in modo esponenziale negli anni, peraltro in alcuni casi senza giungere a conclusione dei lavori. Aumenti dei costi che si traducono in aggravi tariffari per gli utenti, i quali subiscono, senza un effettivo potere di concertazione, i pregiudizi derivanti dalla cattiva gestione di un bene comune primario. Sembrano, inoltre, emergere connessioni con società, anch’esse collegate con il Mancini, impegnate, in forma di ATI, nella realizzazione di un impianto di trattamento meccanico e biologico della frazione residuale e della frazione organica dei rifiuti urbani da realizzare in contrada Bellolampo nel Comune di Palermo, a dimostrazione della dilagante illegalità nella gestione dei rifiuti su tutto il territorio nazionale. Risulta, inoltre, una indagine della Procura di Terni su presunte incongruenze nei bilanci di Acea S.p.A., in riferimento ad un impianto di incenerimento di Terni.

Quanto abbiamo riportato nell’esposto ci lascia quantomeno perplessi considerate le riserve già espresse dalla Corte dei Conti in una relazione del 2003 in merito all’affidamento per 30 anni del servizio idrico integrato ad Acea Ato 2, in uno dei bacini più grandi d’Europa e il maggiore a livello nazionale con 3,7 milioni di utenti tra Roma e altri 110 comuni dell’hinterland romano, della provincia di Frosinone e Viterbo.

Abbiamo quindi segnalato alla Corte (prima firma Federica Daga) che in base ai fatti e alle circostanze descritti sembrano profilarsi responsabilità amministrative di carattere erariale da ascriversi a carico di coloro che ne risulteranno gli autori, con particolare riferimento all’operato dei Sindaci p.t. del Comune di Roma, degli assessori competenti in carica dal 1999 ad oggi e dei rappresentanti della Conferenza dei Sindaci della ATO2.
Con tale esposto abbiamo quindi richiesto alla Corte dei Conti di verificare se sussistano ipotesi di illecito contabile e responsabilità per danno erariale cagionati ai danni della collettività conseguenti ai comportamenti dei soggetti coinvolti”.

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