M5S Orvieto
Nella città della condotta SlowFood e del Palazzo del Gusto è altissima la quantità di cibo, anche d'altissima qualità, che va sprecato e finisce tra i rifiuti perchè non più “vendibile”. Questo è inaccettabile in tempi gravi come questi ed occorre che le amministrazioni facciano da capofila tra privati e terzo settore in una rivoluzione culturale che porti a rovesciare la situazione trasformando i problemi in opportunità.
Sullo spreco di cibo mandato ai rifiuti è la stessa Comunità Europea – secondo il MeetUp Orvietano – con la direttiva 2008/98/CE, recepita dal Governo italiano nel dicembre 2010, che indica prevenzione e di riutilizzo, quali azioni in cima alla gerarchia da adottare nella gestione dei rifiuti.. Considerando poi il periodo di grave crisi che vede sempre più famiglie in difficoltà e dato che abbiamo sul nostro territorio numerosi enti ed attività legate all’alimentare ed alla ristorazione, oltre che supermercati e, da pochissimo, un centro commerciale, possiamo dire che sono molte le fonti i cui prodotti in eccesso vanno ai rifiuti, e si tratta di ciò che per altri sarebbe “grazia di Dio”.
In ordine a questa situazione il M5S di Orvieto ha depositato una proposta di stop allo spreco che non vuole risolvere il problema d’emergenza una tantum, ma offre una “strategia” di lungo periodo, che potrà dare risultati destinati a durare per gli anni a venire operando nel più limpido rispetto delle regole e delle normative italiane ed europee: si tratta di attivare un “Mercato dell’ultimo minuto” orvietano, creando un contatto tra le attività produttrici e gli enti beneficiari,
fornendo assistenza, predisponendo dei protocolli per recupero e (ri)utilizzo dei beni in conformità alle norme vigenti, in particolare riguardo agli aspetti: igienico sanitari, amministrativi, fiscali, logistici e comunicativi, prevedendo il monitoraggio e la supervisione dei recuperi nelle eccedenze di attività commerciali, nel recupero prodotti ortofrutticoli non raccolti e rimasti in campo, nei pasti pronti recuperati dalla ristorazione collettiva, nei farmaci da banco e parafarmaci prossimi alla scadenza, nei sementi non conformi agli standard di commercializzazione ed addirittura nei prodotti non alimentari in genere che
invenduti possono essere riutilizzati come, ad esempio, i libri destinati al macero, sull'esempio di Last Minute Market, l'azienda speciale dell’università
di agraria di Bologna, attiva in molte regioni con numerosi progetti.
Siamo coscenti delle difficoltà da affrontare e confermiamo la piena disponibilità per contribuire in questi ambiti, ma saremo anche vigili: non vorremmo che in questo circuito non si inseriscano clientele e nuove posizioni di rendita.