Nell’anno del grande Expo 2015 dedicato al tema del cibo e del nutrimento, la Fondazione CISAM offre sul tema un approfondimento culturale di altissimo livello, organizzando dal 9 al 15 aprile 2015 la LXIII Settimana di studio dedicata a «L’alimentazione nell’altomedioevo. Pratiche, simboli, ideologie». La storia dell’alimentazione non è più, oggi, un campo di studi pionieristico, come poteva essere cinquant’anni fa. A poco a poco essa si è imposta all’attenzione deglistudiosi come terreno d’indagine ricchissimo, che, attraverso unamolteplicità di approcci, consente di ricostruire nella loro interezza gliassetti materiali e mentali di una società. La Settimana spoletina, focalizzata come di consueto sull’epoca alto medievale, vuole fare il punto sullo stato delle conoscenze e aprire nuovi scenari e prospettive di lavoro, affrontando il tema dell’alimentazione in tutta l’ampiezza delle sue potenzialità, mettendo in dialogo storia e archeologia, fonti scritte e fonti materiali.
La prima parte della Convegno è dedicata alle risorse, a partire dalloro riconoscimento nell’habitat naturale e dalla costruzione di unpaesaggio alimentare fatto di piante e animali utili. Alla produzione del cibo si affiancano le tecniche per conservarlo e trasportarlo, e complessi meccanismi di interazione fra produzione locale e scambio esterno,autoconsumo e mercato. Il tema delle risorse chiama subito in causa l’organizzazione politica e alcuni aspetti fondamentali della cultura di una società come i gusti e i disgusti, i tabù collettivi, i comportamenti legati a scelte religiose o filosofiche.
La trasformazione del cibo virtuale (le risorse) in cibo reale, ovverole tecniche di preparazione, i saperi e le pratiche di cucina, sonooggetto della seconda parte del Convegno, incrociandosi con temiquali la medicina, la dietetica, la salute, sia come strategie preventivenell’orientare le scelte alimentari, sia per gli effetti che il cibo può averesulla salute. Anche in questo caso, sono orientamenti di natura culturale o religiosa a influenzare in modo decisivo le scelte possibili.
Infine il cibo viene consumato e il rito della tavola diventa un vero eproprio linguaggio, dove ogni oggetto e ogni gesto assumono unvalore simbolico, socialmente riconosciuto, che si aggiunge o sisovrappone al contenuto nutrizionale del cibo, completandolo disignificati aggiunti, non meno vitali per il mantenimento (o ilsovvertimento) degli equilibri sociali. I meccanismi della sopravvivenza a questo punto si complicano, perché parla ed esprime con la chiarezza che solo i gesti riescono ad avere – identità individuali e collettive, e i rapporti fra le persone e i gruppi. La tavola si fa teatro,immagine del mondo, e il cibo è una metafora perfetta per rappresentarlo. A questi temi, che costantemente si incrociano con quelli economici, sociali e politici, è particolarmente dedicata l’ultima parte del Congresso.