La storia di Paola G., provetta internauta di Facebook, denuncia che nel sistema sanitario umbro ci potrebbe essere una falla grande quanto una casa: se infatti basta alzare la voce per ottenere o confermare un esame, una analisi o una visita sanitaria, i Cup degli ospedali umbri saranno ben presto ridotti a vere bolge dantesche.
E non è la sola ad aver ottenuto ragione attraverso il social più famoso del mondo, Facebook, quello che ormai anche gli uffici stampa delle istituzioni devono seguire se vogliono mantenere un qualche contatto con la realtà (virtuale o meno).
I fatti
E’ il 23 agosto 2018, sì due anni fa, quando il CUP le rilascia l’appuntamento per mammografia bilaterale, ecografia e visita senologica di controllo: esami e visita che la cinquantenne spoletina dovrà fare due anni dopo, il 13 agosto 2020.
La scorsa settimana, quando è ormai imminente la presentazione al nosocomio di Spoleto, viene contattata dal Cup che la informa che l’appuntamento deve essere rinviato a data da destinarsi. Il motivo è presto spiegato.
L’emergenza covid che ha bloccato tutti i reparti, con medici e infermieri che solo da metà giugno hanno ricominciato a fare il possibile per recuperare il tempo perduto, costringe comunque a rinviare gli esami senologici.
“Speriamo entro la fine dell’anno” dice l’operatore al telefono con Paola.
La quale però non sente ragioni.
Il post su Facebook
Due anni sono già tanti, per quella che è considerata la paura del secolo, attendere ancora oltre senza avere neanche uno straccio di data “certa” può essere pericoloso.
Cosi Paola denuncia il caso su Facebook, sul profilo “Spoleto segnalazioni, sfoghi, consigli, proposte”. Lo fa con parole gentili ma ferme: “…il 13 agosto mi presenterò in ospedale e vorrò che mi sia fatta la mia mammografia a tutti i costi, o forse ci stanno spingendo sempre più ai servizi a pagamento?”.
Nel giro di poco il post diventa virale, registra condivisioni, 160 like e 200 commenti.
Con Paola si ritrovano altre donne che attendevano una visita medica che è stata loro rimandata, malati oncologici che non sanno ancora quando verrà ripristinato il proprio appuntamento.
Pazienti che da mesi, prima anche del covid, attendono anche di poter solo prenotare un esame.
La battagliera spoletina, pronta “a farsi portare via dai carabinieri se ce ne sarà bisogno perché non intendo andarmene dall’ospedale senza la visita”, interloquisce con il popolo di Facebook e invita tutti a non tacere e a protestare per i propri diritti alla salute.
Il dietrofront
Passano neanche due giorni e il Cup richiama la spoletina confermando l’appuntamento originario. E’ la stessa Paola a scriverlo su Facebook: “la mia protesta è arrivata a qualche orecchio e come per magia mi ha chiamata l’ospedale confermando l’appuntamento che avevo. Per favore non state zitti quando capitano queste cose, fatevi sentire, otterrete cioè che vi spetta di diritto. Ringrazio tutti coloro che mi hanno sostenuto“.
Molti quelli che rispondono che hanno risolto privatamente per accorciare i tempi. C’è pure però chi ha seguito il consiglio della spoletina. “ho chiamato e mi hanno dato appuntamento x l’11 agosto grazieeeeeee!” scrive a Paola tale Maria Antonietta.
Un paziente denuncia che per una colonscopia richiesta a settembre dello scorso anno non ha ancora una risposta.
C’è poi Carlo che aveva una prenotazione per una lastra alla testa. “A giugno mi è arrivato un messaggio telefonico a cui dovevo rispondere se ancora interessato, ho risposto positivamente ma mi devono ancora richiamare per l’appuntamento” dice a TO.
Chi strilla, ottiene?
Il precedente innescato da Paola rischia di minare alle fondamenta la gestione delle prenotazioni sanitarie in Umbria. E’ davvero possibile che ‘strillando’ si ottiene? E quale potrebbe essere il metro per scegliere tra coloro che strillano: chi lo fa più forte o chi impreca di più o usa più epiteti contro il malcapitato personale del Cup?
In un Paese normale, in una Regione efficiente queste cose non dovrebbero accadere (come pure ricorrere all’amico dell’amico per trovare prima posto).
Quello delle liste d’attesa è un problema decennale che non può essere certo imputato all’attuale Giunta regionale, in sella da sette mesi, ma che la stessa non può rinviare dal risolvere.
Altrimenti meglio aprire la pagina FaceCup.
Liste d’attesa, in Umbria verso la firma di un protocollo d’intesa
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