Semplificazione delle procedure, abusi di lieve entità, abitazioni temporanee, strumenti urbanistici per la post-emergenza, delocalizzazione degli edifici costruiti in punti che amplificano le onde sismiche, anticipo dei pagamenti per professionisti e imprese. Sono alcuni degli argomenti che si stanno discutendo in questi giorni in Seconda commissione regionale, chiamata ad analizzare il disegno di legge della Giunta relativo alla ricostruzione delle zone colpite dal sisma del 2016 ed a confrontarsi con gli attori della ricostruzione.
Dopo gli ordini professionali al centro dell’audizione ieri, oggi è stata la volta delle associazioni di categoria e dei sindacati.
Dagli interventi dei rappresentanti delle professioni tecniche dell’Umbria (ingegneri, geologi, architetti) sono emerse osservazioni circa l’esigenza di garantire rapidità alle procedure, l’opportunità di non tenere conto dei piccoli abusi per non bloccare la ricostruzione, la necessità di garantire una abitazione temporanea a chi deve ristrutturare la propria casa. Inoltre è stato suggerito: di prevedere fin d’ora degli strumenti di riallineamento delle procedure urbanistiche una volta conclusa l’emergenza; di supportare i Comuni nell’affrontare i meccanismi relativi a premialità e le delocalizzazioni; di procedere all’individuazione di zone dove, a causa della forte amplificazione delle onde sismiche, sarebbe meglio non ricostruire; di richiedere al Governo nazionale la possibilità di pagare gli anticipi ai professionisti e alle imprese, che al momento stanno sostenendo tutte le spese.
Oggi invece l’audizione con organizzazioni sindacali e categorie. Sostanziale è stata la condivisione sul percorso attivato per la redazione del disegno di legge, ma sono emerse preoccupazioni, da parte dei rappresentanti sindacali (Cgil, Cisl e Uil) rispetto al trasferimento in Umbria Salute e Servizi, prevista come centrale unica di acquisti, di alcuni servizi svolti oggi svolti da Umbria digitale.
Per Coldiretti occorre accelerare i tempi per una ricostruzione che punti sulla qualità degli interventi, prevedendo anche l’utilizzazione di nuovi spazi e cubature finalizzati a migliorare il sistema zootecnico. Per quanto riguarda le premialità di incremento delle cubature è stata avanzata la richiesta di rendere più flessibili i parametri ora fissati al 20 per cento. E sempre guardando alla qualificazione degli interventi sarebbe auspicabile, per il miglioramento della qualità delle costruzioni, promuovere, in maniera significativa, l’utilizzo del legno anche per orientare meglio la gestione dei boschi verso la produttività.
La ricostruzione delle attività produttive è la principale priorità indicata da Confcommercio per contrastare lo spopolamento dei territori. Si ritiene inoltre che andrebbe anche sollecitato il Governo a trovare soluzioni idonee rispetto alle anticipazioni Iva per la ricostruzione, che le imprese, andando a credito, rischiano di riprendere in tempi particolarmente lunghi, tali da creare gravi difficoltà. È stata inoltre auspicata la possibilità di ampliamento per le diverse tipologie di strutture ricettive. Maggiore partecipazione è stata infine richiesta nella fase di elaborazione del masterplan.
L’Ance ritiene che la previsione di una ulteriore verifica paesaggistica, assommandosi ad altri passaggi, rischi di appesantire e rallentare la ricostruzione. Si propone poi di rivedere anche i tempi di autorizzazioni sismiche e viene espresso un diniego al ridimensionamento dell’indennizzo da ritardo. Per i costruttori occorre infine riflettere con attenzione su come utilizzare al meglio tutta l’intera filiera umbra dei materiali, tecniche e tecnologie.
Il presidente della Commissione, Eros Brega, ha invitato nuovamente tutti i soggetti interessati ad un nuovo incontro a fine agosto per un ulteriore approfondimento del testo legislativo prima di dare corso all’esame definitivo del testo ed al voto della Commissione.
Il disegno di legge
Un disegno di legge che punta allo “sviluppo economico delle aree colpite, alla semplificazione, alla sicurezza reale e percepita, alla qualità dell’edilizia con l’utilizzo di tecnologie innovative, alla prevenzione”. Sono questi gli obiettivi del ddl ‘Norme per la ricostruzione delle aree colpite dagli eventi sismici del 24 agosto, 26 e 30 ottobre 2016 e successivi’. Il documento interviene sulla modifica ed integrazioni di leggi regionali vigenti.
La scorsa settimana in Seconda commissione, la presidente Marini, prima dell’illustrazione del disegno di legge (effettuata dall’architetto Zurli), ha tenuto a precisare che la conversione in legge, di alcuni giorni fa, del decreto del Governo ‘55/2018’ (decreto sisma) contiene la proroga dello stato di emergenza al 31 dicembre 2018, ma non quella relativa alla struttura commissariale, con il personale degli enti locali, assegnato ai Comuni, che decadrebbe così il prossimo 31 dicembre, a meno che il Parlamento non intervenga nuovamente ed in tempi congrui. La presidente Marini ha anche evidenziato la previsione di altre innovazioni che potrebbero modificare alcune parti della proposta legislativa in questione, per questo la Giunta si riserva la predisposizione di modifiche, attraverso emendamenti che verranno trasmessi alla Commissione. Modifiche riguarderebbero, soprattutto, gli abusi edilizi (tema modificato da legge nazionale) e piccole difformità, questioni su cui le Regioni non possono intervenire direttamente con norma primaria. Se la norma nazionale avesse quindi bisogno di una norma attuativa, questa verrebbe inserita nel disegno di legge in discussione.
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Marini ha tenuto a rimarcare l’importanza di dare vita ad una ricostruzione strutturale degli edifici, ma anche e soprattutto guardando a quella sociale ed economica di tutti i territori interessati dal sisma e quindi dalla ricostruzione.
Per contribuire a RACCORDARE LA FASE DI RICOSTRUZIONE CON QUELLA DELLO SVILUPPO DELLE AREE MAGGIORMENTE COLPITE viene previsto il ‘Master plan’ per lo sviluppo della Valnerina. L’obiettivo è utilizzare la ricostruzione come occasione di riqualificazione del territorio e degli insediamenti, sia a livello paesaggistico che della sostenibilità ambientale, puntando con decisione alla valorizzazione delle attività economiche che rappresentano le maggiori qualità del territorio.
Il Ddl punta alla RIDUZIONE DELLA VULNERABILITÀ SISMICA E AL RAFFORZAMENTO, con gli strumenti e le scelte disponibili nel campo delle attività edilizie ed urbanistiche, della percezione di sicurezza delle popolazioni, al fine di scongiurare ogni possibile fenomeno di abbandono e porre le condizioni per un “convinto e sereno” radicamento della residenza e delle attività economiche in un territorio che vede ripetersi con frequenza eventi sismici molto rilevanti.
Viene affrontato il tema delle DELOCALIZZAZIONI, laddove le condizioni delle aree di sedime attuali di edifici e insediamenti, anche a seguito di indagini aggiornate, non siano in grado di garantire sicurezza o laddove essa consenta di incrementare la sicurezza degli insediamenti e degli spazi pubblici.
NON SONO PREVISTI NUOVI STRUMENTI URBANISTICI. Previsto invece per tutti i Comuni del cratere un MIGLIORE RACCORDO CON LA PIANIFICAZIONE DI PROTEZIONE CIVILE. I Comuni maggiormente colpiti potranno disporre di un utilizzo particolarmente snello e flessibile degli strumenti esistenti, raccordando espressamente alcune procedure e riconducendo alcuni pareri in seno alla Regione, anche mediante conferenze di servizi, in modo da comprimere i tempi delle procedure, senza sacrificare i processi di partecipazione e disciplinando, ove possibile, anche i cosiddetti ‘tempi di attraversamento’ tra una fase e l’altra. Viene imposta la contestualità della parte strutturale dei piani con quella operativa.
Particolare attenzione viene posta alla RIPIANIFICAZIONE, per riqualificare e mettere a sistema le aree trasformate a seguito del sisma e delle attività svolte nella fase di emergenza. Dal punto di vista edilizio si prevedono, con diversi gradi di flessibilità, interventi che riguardano l’assetto planivolumetrico degli edifici (aree di sedime, sagome, varianti del numero dei piani etc.), con particolari attenzioni anche agli edifici che presentano contiguità strutturale con altri immobili.
Un ulteriore elemento di novità del disegno di legge è quello che consente L’UTILIZZO TEMPORANEO A FINI ABITATIVI DELLE PERTINENZE DEGLI EDIFICI, a particolari condizioni. In materia di deposito e autorizzazioni sismiche viene specificato il raccordo fra le attività degli uffici regionali del Genio Civile e dell’Ufficio Speciale Ricostruzione Umbria.
Nel testo viene anche proposta la PROROGA DEI TERMINI PER L’ULTIMAZIONE DEI LAVORI DI RIPARAZIONE E RICOSTRUZIONE DI EDIFICI PRIVATI DANNEGGIATI DAL SISMA DEL 1997, in molti casi ormai giunti ad avanzato stato di realizzazione. Vengono anche stabiliti termini più ampi per la produzione, da parte dei beneficiari del contributo, della documentazione necessaria ai Comuni per la definizione ed approvazione finale delle pratiche concessorie, nonché l’erogazione del saldo del contributo.