Quella che si apre lunedì 13 gennaio sarà una settimana intensa per il Consiglio comunale di Città di Castello, chiamato ad esaminare una per una le oltre 260 osservazioni al Prg parte operativa. Mercoledì 15 gennaio, alle 17, ci sarà la prima riunione che proseguirà alla stessa ora di giovedì 16, lunedì 20, martedì 21 e mercoledì 22 gennaio.
Un’operazione che permetterà di arrivare al voto sull’approvazione definitiva del nuovo piano regolatore e di cui il presidente del Consiglio comunale Vincenzo Tofanelli dà notizia, insieme ai dati complessivi sull’attività dell’assemblea nel 2019: “Abbiamo già anticipato alcuni numeri e progetti che danno l’idea degli impegni amministrativi portati avanti dal Consiglio. Completiamo il quadro aggiungendo che le riunioni sono state 26, quasi 3 al mese se si escludono i limitatissimi periodi di pausa, a dicembre e agosto”.
La prima convocazione del 2019 è stata il 7 gennaio, l’ultima il 16 dicembre. La commissione ‘Programmazione’ si è riunita 14 volte, la commissione ‘Assetto del Territorio’ 21, la commissione ‘Affari Istituzionali’ 5 e 4 l’organismo di ‘Controllo e Garanzia’, con 22 riunioni dei capigruppo. Gli atti esaminati dall’assemblea hanno compreso 19 comunicazioni, 65 interrogazione e 21 interpellanze, 19 mozioni, 9 ordini del giorno e 113 delibere del consiglio di cui 19 atti politici. Il totale degli atti presentati da consiglieri nel 2019 è di 124.
Tofanelli ha anche ricordato l’invio di una copia della Costituzione ai 349 tifernati che hanno compiuto 18 anni insieme al materiale informativo AVIS sulle donazioni, progetto che continuerà anche quest’anno con i ragazzi e le ragazze nate nel 2002.
“Nel frattempo la commissione congiunta ‘Affari istituzionali’ e ‘Statuto’ si è riunita ieri alla presenza dei capigruppo per analizzare la prima bozza per introdurre il referendum comunale – annuncia Tofanelli – Ancora la materia non è definita ma c’è stata una convergenza chiara su numero di firme e tempi di raccolta, quindi confido che giungeremo rapidamente ad un testo da portare in aula. D’altronde si tratta di un istituto di partecipazione che sicuramente allargherà i margini della democrazia diretta e permetterà di coinvolgere i cittadini su questioni cruciali e di interpellarli in prima persona”.