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Lavoro, anche a Terni il referendum contro la modifica dell'articolo 18

Redazione

Lavoro, anche a Terni il referendum contro la modifica dell'articolo 18

Lun, 15/10/2012 - 14:44

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Riccardo Foglietta

È iniziata sabato tredici ottobre, in tutta Italia, la raccolta firme promossa dal Comitato Referendum Lavoro. Tale raccolta firme si pone in continuità con la presentazione, avvenuta l’undici settembre presso la Cassazione, di due quesiti referendari sul lavoro da parte di A.L.B.A. (Alleanza per il Lavoro, i Beni comuni, l’Ambiente), Rifondazione Comunista, Sinistra Ecologia e Libertà, Italia dei Valori, Comunisti Italiani, Verdi, Fiom e dell’area programmatica “La Cgil che vogliamo”. In particolare, i quesiti referendari proposti riguardano sia l’abrogazione della modifica dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, siglata dal ministro Fornero, sia quella dell’articolo 8 dell’ultima finanziaria del governo Berlusconi. La raccolta firme durerà tre mesi e nella provincia di Terni verrà effettuata anche a Narni e ad Amelia; per informazioni circa l’ubicazione dei banchetti per la raccolta firme nella propria città è possibile consultare il sito www.referendumlavoro.it. A Terni, fra Largo Villa Glori e Corso Tacito, TO® ha incontrato alcuni promotori, a livello locale, dell’iniziativa. “Siamo qui, in mezzo alla gente, per informare e raccogliere adesioni in favore del ripristino dell’articolo 18 nelle sue forme precedenti – ha spiegato un rappresentante di Rifondazione Comunista – rispetto alla riforma Fornero, che ha reso possibile il licenziamento dei lavoratori senza giusta causa ed ha eliminato la possibilità di reintegro sul posto di lavoro, sostituendola con un indennizzo economico che può essere predisposto dal giudice competente. L’altro punto fondamentale riguarda l’articolo 8 dell’ultima finanziaria del governo Berlusconi, che di fatto rende derogabili i contratti collettivi nazionali demandando agli accordi aziendali materie come l’orario di lavoro, le mansioni, i contratti a termine, i contratti a orario ridotto, la disciplina del rapporto di lavoro, la classificazione e l’inquadramento del personale, il regime della solidarietà negli appalti, il ricorso alla somministrazione di lavoro e la modalità di assunzione. L’obiettivo – ha concluso – è quello di raccogliere cinquecentomila firme.” Un membro di A.L.B.A., invece, ha illustrato l’orientamento di questo nuovo soggetto politico: “Si tratta di un movimento nato nell’aprile di questo anno prendendo spunto da alcuni articoli antiliberisti pubblicati su Il Manifesto e che attualmente si sta organizzando a rete presso tutto il territorio nazionale; verso novembre se ne dovrebbe ratificare lo statuto e, conseguentemente, la possibilità di iscrizione. A.L.B.A. – ha proseguito – non vuole essere un partito ma un movimento politico unificante sui temi dei beni comuni, del lavoro, dei diritti, dell’ambiente e della riconversione industriale, facendo da collante fra i partiti della Federazione della Sinistra, Sinistra Ecologia e Libertà, gli altri movimenti e le organizzazioni, unificando la linea di quelle soggettività che sono contrarie al liberismo dell’attuale governo nazionale. Si deve arrivare a comprendere che quando parliamo di beni comuni non parliamo solamente di spazi, edifici e patrimonio pubblico, ma anche di beni immateriali come la cultura ed i diritti.” “In questo momento storico la tentazione di cedere alle dinamiche di mercato è forte e trova numerosi adepti – ha sottolineato un esponente dell’Italia dei Valori – ma è un percorso deleterio che non è in grado di arrecare alcun vantaggio concreto. È inutile mettersi a fare la rincorsa alla diminuzione dei diritti con dei soggetti industriali che non possono essere minimamente accostati a quelli italiani. È importante, invece, mantenere alto il livello di tutela tanto faticosamente raggiunto, garantendo la sicurezza di non essere licenziati in maniera arbitraria insieme alla forza contrattuale derivante dalla contrattazione collettiva all’interno del proprio insediamento aziendale.” Un rappresentante di SEL, infine, ha precisato che: “Oltre alla difesa dell’articolo 18 era anche importante trovare, in questo momento, un’iniziativa comune fra i partiti della sinistra, perchè al di là delle possibili differenze si deve poi trovare una convergenza sulle questioni fondamentali.“

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