Il provvedimento arriva dopo l'approvazione in Consiglio del nuovo regolamento sull'illuminazione votiva dei cimiteri, dal prossimo 30 aprile i cittadini dovranno pagare il Comune di Gubbio per le luci sui propri loculi
“E’ assolutamente vietato provvedere in proprio all’illuminazione delle tombe con modalità diverse da quelle fornite dal Comune quali, ad esempio, lampada votiva a batteria o pannellini solari”.
Questo l’avviso spuntato giorni fa sui cancelli dei cimiteri comunali di Gubbio (serviti da pubblica illuminazione), che ha subito scatenato furiose polemiche da parte dei cittadini. In sostanza, infatti, dal prossimo 30 aprile, scatterà l’obbligo di allacciarsi alla rete elettrica comunale per poter illuminare i loculi dei propri cari defunti (con tariffe che vanno dai 22 euro per le singole tombe ai 120 euro per le cappelle gentilizie).
Il provvedimento arriva dopo l’approvazione in Consiglio comunale del nuovo regolamento per il servizio di illuminazione votiva dei cimiteri, “rivisitato” – si legge nella delibera di giunta – “in quanto l’utilizzo delle lampade votive autonome crea problemi di raccolta e smaltimento dei rifiuti, oltre che di decoro al luogo stesso”.
Contrari all’approvazione del nuovo regolamento Sabina Venturi e Michele Carini (Lega) che sull’argomento hanno pure presentato un’interrogazione: “I cittadini si stanno organizzando da soli ormai da anni, con l’esplicita volontà di ridurre le spese familiari, eliminando le costose bollette dell’energia elettrica, per mettere sulle tombe dei propri cari lampade autonome ad importi oltremodo esigui. Vogliamo sapere se la Giunta non ritenga opportuno cambiare il regolamento, anche in considerazione del caro energia ormai fuori controllo”.