I socialisti hanno trovato il loro “cavallo” per rientrare a Palazzo dei Priori, come Ulisse per varcare le possenti mura di Troia. Carmine Camicia (ormai da un pezzo fuori dalla maggioranza di centrodestra) ha infatti aderito al Partito socialista, dopo il contatto avuto in vista delle elezioni di Corciano.
La bandiera socialista torna dunque a sventolare a Palazzo dei Priori (anche se non più nei pennoni che contano), dove era assente dal febbraio 2017, quando Nilo Arcudi aveva salutato, insieme a vari coordinatori comunali socialisti, componenti del direttivo comunale e segretari di sezione. Una diaspora che era stata preparata attraverso l’associazione “Orizzonti” e che aveva sancito la divisione dopo la battaglia, tutta interna al mondo socialista, che si era consumata a Perugia già nell’ultima tornata elettorale regionale, nel segno della sfida Rometti-Buconi.
Una sfida che è poi proseguita lo scorso marzo in occasione delle elezioni politiche, con i vertici regionali e provinciali del partito che hanno attaccato il Pd per la mancata candidatura di Rometti nell’uninominale per la coalizione di centrosinistra. E poi, la lista Insieme, abberracciata all’ultimo tuffo per onor di firma e dietro le insistenti telefonate a Roma dell’allora segretario dem (e candidato a Perugia) Giacomo Leonelli. Una lista di bandiera che però ha sventolato ben poco: 378 i voti raccolti per la Camera, appena lo 0,42%.
D’altra parte, non è andata meglio ai candidati delle altre zone dell’Umbria intorno ai quali si erano palesati gli esponenti socialisti di peso. Eppure, l’assessore Chianella resiste a Palazzo Donini, nonostante la sua sedia sia la prima a scrcchiolare ogni volta che si parla di rimpasto in Regione.
Ora, Carini, Caponi e Rometti (vertici regionali e provinciali del Partito socialista), in attesa di vedere come andranno le amministrative nei comuni al voto, giocano a sorpresa la mossa del cavallo a Perugia. Puntando su Ulisse-Camicia.