Un circo felliniano che si mescola con atmosfere alla Goran Bregović. Per chi ha avuto la fortuna di assistere almeno una volta ad uno spettacolo de “La capra grassa” questa è forse la frase in grado di descrivere meglio l’atmosfera che si respira. Non un non luogo ma un luogo per il ristoro della mente, una situazione che sfugge al tempo o allo spazio, nel senso che assistendo ad una loro performance questi punti di riferimento vengono meno, si potrebbe essere ovunque o in qualsiasi epoca tra gli anni ’40 e l’oggi. Se il senso del teatro, dell’arte, delle rappresentazioni è quello di portarci in un posto diverso da quello nel quale ci si trova, loro meritano un gran bel voto per il modo in cui lo fanno.
Tanto per cominciare si potrebbe spiegare chi sono, ma anche questo non è facilissimo. La Capra Grassa potrebbe somigliare ad un circo, o al teatro ma loro preferiscono definirsi un “Salon de varieté sotto le stelle” nel quale il pubblico è una delle parti più importanti, così tanto da essere viziato con torte e bevande servite nel loro accampamento intorno al “Rosa Tea Saloon”.
Magia, illusionismo, burattini e marionette, danza, musica dal vivo sono tutte quelle arti che si esprimono in questo spazio intimo e surreale. Perchè il palcoscenico è una scatola magica messa su 4 ruote, in continua esplosione e ricomposizione, la platea è un prato verde al centro delle roulotte vintage degli artisti. Tutto fa parte delle scenografie, comprese le file di panni stesi dove ad una guepière anni ’20 si alternano mutandoni da film western e abiti da saloon.
Tutto nasce nel gennaio 2011, quando Emanuele e Camillo, sempre accompagnati dalla presenza di Javiera, sono in cerca di un camion. Questa ricerca li porterà al sud dell’Italia, dove nel piccolissimo paesino di Capra Grassa, negli Abruzzi, incontrano il piccolo autocarro che prenderà poi il nome stesso, un OM 40 del 1973, utilizzato per il trasporto di cavalli e vacche. Dopo 5 giorni di trattative sotto una bufera di neve e generose cene con il proprietario, ricevono le chiavi per incominciare il viaggio di questo nuovo sogno che mira a portare il loro spettacolo in parchi, giardini o campi subito “fuori le mura”, fiumi e spiagge.
Sono degli artisti nomadi, dei travellers in cerca di pubblico da far uscire all’aria aperta, per questo nelle loro locandine è sempre scritto “pregate per notti stellate”. Una scelta di vita, un sogno che dimostra come sia possibile confondere la genialità con la follia, uno stile di vita fuori dall’ordinario al limite del ramingo, con un preciso progetto artistico. La compagnia è una continua contaminazione, componenti del gruppo partono e arrivano continuamente e gli spettacoli si rimodulano su questo andamento. Nessuna serata è mai uguale alla precedente e gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo. La carovana si sposta quando trova un Comune pronto ad ospitarla e che garantisce requisiti minimi come lo spazio, i servizi igienici e l’elettricità. Per il resto un altro particolare non trascurabile è che tutti gli spettacoli sono ad offerta libera. Ma non temente, non riuscirete ad andarvene senza aver messo mano al portafogli, perchè lo spettacolo merita e quello che questi giovani artisti rappresentano non ha prezzo.
L’ultima tappa è stata quella di Passignano sul Trasimeno, dove sono rimasti fino a pochi giorni fa dopo una lunga sosta penalizzata purtroppo dal maltempo. Per seguire i loro spostamenti basta buttare l’occhio alla loro pagina Facebook, li trovate ovviamente sotto “La Capra Grassa”…e ricordatevi di pregare per notti stellate.