ISRAEL HOROVITZ HA FESTEGGIATO I 70 ANNI A SPOLETO (foto) - Tuttoggi.info

ISRAEL HOROVITZ HA FESTEGGIATO I 70 ANNI A SPOLETO (foto)

Redazione

ISRAEL HOROVITZ HA FESTEGGIATO I 70 ANNI A SPOLETO (foto)

Lun, 21/09/2009 - 12:30

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Tra il paradiso e l'inferno, il grande drammaturgo americano Israel Horovitz è arrivato a Spoleto che ha definito, appunto “un paradiso del dodicesimo secolo”. Ma spiegando i suoi testi, rappresentati in questi giorni al Teatrino delle Sei, sui temi della violenza e dell'odio così come dell'intolleranza razziale, ha detto: “Alla mia età tra israeliani e palestinesi non posso più prendere una posizione: la guerra è una pazzia e nessuno ha ragione”. Si sono concluse così, con una conferenza nella sala dell'ex Museo Civico le celebrazioni per i 70 anni di Israel Horovitz tornato a Spoleto dopo oltre 40 anni: nel 1968 partecipo' al Festival dei Due Mondi con un cast che comprendeva Al Pacino e John Cazale, allora sconosciuti. L'evento, unico in Italia, ha fatto parte della rassegna internazionale 70/70 Horovitz Project, promosso dalla Barefoot Theatre Company di New York (Francisco Solorzano, Producing Artistic Director Victoria Malvagno, Managing Director www.barefoottheatrecompany.org), per celebrare in tutto il mondo i 70 anni del grande drammaturgo statunitense.

Nel corso della conferenza moderata dal critico teatrale Gianfranco Capitta, con la partecipazione di vari ospiti, tra cui lo scrittore Vincenzo Cerami, assessore alla cultura del Comune di Spoleto, il drammaturgo Edoardo Erba e tutto il cast dello spettacolo, Israel Horovitz ha letto un capitolo di un'autobiografia che uscirà nei prossimi mesi in Francia: “Una parte importante del libro si intitola ‘Cartoline da Spoleto' che – ha detto – è una città a cui devo la mia fortuna professionale: quando nel 1968 il mio agente mi prospettò la possibilità di venire al Festival dei Due Mondi avevo ventotto anni e mi disse che sarebbe stato un modo per raggiungere il successo planetario. Così fu e subito dopo mi venne offerto di scrivere la sceneggiatura del film ‘Fragole e sangue'”. Tanti i ricordi condivisi con il pubblico: dai cori improvvisati in piazza Duomo diretti da John Cazale alle schermaglie amorose tra Al Pacino e l'attrice Jill Clayburgh, fino all'incontro e all'amicizia stretta nella città del Festival con lo scrittore teatrale Samuel Beckett e poi le difficoltà per arrivare in italia: “Non avevamo un dollaro e dovetti accettare di scrivere una sceneggiatura di un film di cassetta per guadagnare parte della cifra necessaria a mettere in piedi lo spettacolo”.

Nel corso della serata Israel Horovitz ha anche annunciato la nascita di una nuova compagnia teatrale che fonderà insieme ad Andrea Paciotto, organizzatore e traduttore dello spettacolo Trilogia Horovitz, per la rappresentazione in Italia dei suoi testi.

Horovitz è arrivato nella città umbra venerdì scorso ed ha subito voluto visitare il centro storico.

Incantato, è stato a lungo ad ammirare la facciata della cattedrale: “E' una chiesa meravigliosa”, ha detto ricordando i momenti in cui quaranta anni prima sostava spesso in piazza Duomo insieme ad Al Pacino. Ricordando il passato si è seduto ai tavoli del Tric Trac per un cappuccino. “E' strano tornare nello stesso luogo dopo 40 anni”, ha commentato continuando la passeggiata per le vie della città. A colpirlo la gran quantità di auto di grossa cilindrata. Poi, un fremito di emozione quando ha visto in un parcheggio una vecchia cinquecento: “Anche io – ha detto – nel '68 avevo un'auto così: in una città come Spoleto le auto piccole sono l'ideale”. Nel suo itinerario, anche una visita alla Galleria Civica d'Arte Moderna che nel 1968 ancora non esisteva ma dove ha potuto ammirare le opere del suo amico Alexander Calder ed ha visitato la mostra dei lavori di scultura e pittura di Anselmo Francesconi.

Domenica 20 settembre si è tenuta anche l'ultima replica, alle 19 al Teatrino delle Sei, di Trilogia Horovitz, lo spettacolo di tre atti unici di Israel Horovitz, inediti in Italia e dedicati al tema del pregiudizio razziale.

A seguire, di nuovo nella sala dell'ex Museo Civico, si è svolta la festa offerta dalla Cantina Signae di Cesarini e Sartori.

Trilogia Horovitz, è andato in scena dal 6 settembre scorso, in onore dell'autore al Teatrino delle Sei, sotto la direzione di tre registi provenienti da tre paesi e culture diverse: Luke Leonard dagli Stati Uniti, Hyunjung Lee dalla Corea e l'italiano Andrea Paciotto, responsabile anche della traduzione in Italiano, insieme al drammaturgo Edoardo Erba.

Horovitz ha molto apprezzato il lavoro che vede un cast di attori tutto italiano. Attori giovani, ma di grande esperienza e talento, quali Francesco Bolo Rossini, Giorgio Marchesi, versatili protagonisti di tutti e tre i testi, insieme a Simonetta Solder, Enrico Salimbeni e Nicole Sartirani. Horovitz ha trovato interessante anche la scenografia affidata all'artista Paolo Liberati, ed ha commentato molto positivamente le musiche originali di Rolando Macrini.

Complessivamente il progetto dedicato a Israel Horovitz è stato realizzato a Spoleto attraverso una collaborazione internazionale che ha visto coinvolte, oltre al La MaMa Umbria International, sede italiana del mitico teatro newyorkese dove Horovitz ha esordito con il suo primo famoso testo “The Line”, Offucina Eclectic Arts, la compagnia newyorkese Monk Parrots (USA), la compagnia C-virus di Seoul (Corea) l'Università del Texas a Austin (USA) e l'Università Dankook a Seoul (Corea).

Un progetto ambizioso di grande importanza, un evento unico in Italia per celebrare il settantesimo compleanno di uno dei più prolifici autori del teatro contemporaneo americano.

ISRAEL HOROVITZ

Regista, attore, drammaturgo estremamente prolifico, Horovitz è presente sui palcoscenici di tutto il mondo fin dal suo esordio, avvenuto a New York nel 1968, dove nel giro di sei mesi hanno debuttato quattro sue opere. Tre di queste furono presentate lo stesso anno anche al Festival di Spoleto, con un cast di attori che comprendeva i giovanissimi Al Pacino e John Cazale. Nelle tre decadi successive, Horovitz ha sempre mantenuto la sua posizione di prima linea nella drammaturgia statunitense. Trilogia Horovitz presenta al pubblico italiano uno dei tra testi del 1968, The Indian wants the Bronx, mai tradotto e messo in scena in italiano, insieme a due testi che fanno parte della più recente produzione (Beirut Rocks, What Strong Fences Make).


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