Che i dati sull’inquinamento ambientale di Terni non siano buoni non è una novità. Anzi. Secondo il Report di ARPA nel 2024 sono stati superati i limiti giornalieri di PM10 e di nichel con una maggior concentrazione in alcune aree. L’area della conca ternana è anche la zona con gli impatti più elevati di polveri fini (Particolato PM2.5) insieme al comune di Città di Castello. Su Terni sono mesi che Tuttoggi si sta occupando del ‘Caso Terni’ e del ‘Caso Prisciano’ che, finalmente, sembrano essere diventati oggetto di attenzione da parte della politica.
Inquinamento, ISDE “Ce l’abbiamo dentro casa”
Secondo il Dott. Massimo Formica, con il quale Tuttoggi ha avuto un confronto, neurologo e psicoterapeuta e referente ISDE (Associazione Medici per l’Ambiente) per la provincia di Terni: “Avere un’acciaieria da più di 100 anni sul territorio, un’industria chimica e gli inceneritori, significa vivere con co-inquinanti potentissimi. Tutto quello che viene bruciato ricadrà sulla popolazione. Abbiamo dentro casa l’inquinamento. A fronte di questo non c’è nessuno a livello politico che prenda il più piccolo dei provvedimenti”.
Terni sito SIN
La zona di Terni è uno dei 44 siti di interesse nazionale in termini di inquinamento, denominata zona SIN (sito di interesse nazionale). “In una conca come questa non ci dovrebbe essere neanche un insediamento industriale o attività di carattere chimica alterante l’atmosfera e il suolo. Nella conca ternana si dovrebbero abolire quasi le sigarette per quanto è contaminata” prosegue.
Lo studio sulle placente
Oltre a monitorare dati e informazioni, secondo Formica “C’è la necessità di attivare un processo di recupero e disinquinamento. Da una parte c’è l’aspetto rassicurante di continuare a misurare l’inquinamento e dall’altro invece la necessità di agire sulle cause scatenanti e la successiva abolizione”. E non basterebbe: “Se si chiudesse oggi tutto quello che falcidia le persone, andremo comunque avanti per un paio di generazioni a trasferire l’inquinamento dagli adulti ai nostri bambini e nipoti. Un “trasferimento transgenerazionale”, come quello provato dal Prof. Ragusa a Roma sulle placente di donne donate alla scienza. Due terzi delle donne che avevano partorito avevano in placenta alti livelli di sostanze chimiche e micro nano plastiche. Due terzi dei neonati nati avranno così un’aspettativa di vita limitata e problematiche patologiche significative, su Terni forse è anche peggio”.
Rischio malattie
“Parlando di particelle estremamente ridotte c’è un assorbimento diretto e automatico a livello celebrare che determinerà un incremento enorme di malattie neurodegenerative (Alzheimer, demenza, Parkinson, sclerosi multipla) un danno da esposizione che ormai rappresenta l’80% di tutte le mortalità e le patologie. Se facessimo una analisi del sangue potremmo rintracciare circa 16 mila sostanza chimiche. Cosa mi provocheranno? L’innesco di un processo infiammatorio del corpo e tutti ormai hanno un’infiammazione di basso grado, arrivare a una di medio e alto grado è un attimo e sarà la base di patologie endocrine, metaboliche, immunologiche e tumorali, questo è certo”.
Anche l’acqua è inquinata
La questione inquinamento non si ferma all’atmosfera ma anche alle falde: “Dall’ARPA si può vedere anche qual è il tasso di inquinamento per alcune sostanze che riguardano le falde profonde e quelle superficiali del nostro territorio, abbiamo praticamente 4/5 dei nostri pozzi che sono inquinati. Interessa a qualcuno la qualità dell’acqua?”
Terni come Taranto “Siamo messi malissimo con malattie contro il cancro”
“È una dura comparazione. A Taranto tutta la popolazione è per la chiusura dell’acciaieria ma ci sono motivazioni “biopolitiche” perché non accada. Bisogna analizzare i rapporti di costi-benefici delle operazioni. Quante persone sono direttamente o indirettamente legate all’acciaieria, 4000? Abbiamo uno scivolo dignitoso pagato dalla collettività. Così si potrà riprendere il controllo del territorio che è un fatto essenziale e politicamente vincente. Avere le foreste intorno è essenziale per la salute dei bambini, bisogna stare almeno 25 minuti in mezzo agli alberi, nei parchi per salvarsi dalle forme leucemiche, linfatiche e tumorali. A livello di cancro i dati ci dicono che siamo messi malissimo, siamo tra i primi posti in Italia”.
Screening di massa
Semplici analisi permetterebbero secondo il medico uno screening immediato e di massa. “L’analisi del capello è un’analisi banale. Ci da l’idea di come sia stato stoccato in un corpo normale un metallo pesante. Perché non si va a vedere cosa accade nei capelli di un bambino di un anno che non è stato esposto? Quello che si vedrà sarà quello che i genitori gli hanno trasmesso. C’è un problema severo l’inquinamento è evidente, cosa si vuole cercare quando c’è un’esposizione diretta con sostanze inquinanti. Bisogna evitare il contatto con queste sostanze, eliminandole”.
“Scelte politiche folli”
“Siamo esposti a qualcosa di micidiale, quando andiamo a vedere il rapporto della cancerogenicità abbiamo dati spaventosi. Abbiamo costruito una città intorno all’acciaieria è una follia e poi abbiamo continuato a mettere inceneritori – spiega ancora Formica – Sono scelte politiche folli, di chi ha quasi il disprezzo per la vita dei propri bambini. Per risparmiare utilizzano filtri a basso costo e scarsamente filtranti o fanno aperture quando i controlli sono meno presenti. Occorre un controllo continuativo sia a monte del filtro sia sul terreno, oggi se facciamo un’analisi del terreno troviamo sostanze che non dovrebbero esserci, bario, stronzio, cadmio, cose allucinanti. Da dove viene?”.
Registro tumori
“Ora la regione ha rimesso a disposizione i dati per la valutazione tumorale con un Registro dei tumori prima sospeso e ora rimesso a disposizione. Sappiamo che c’è un rapporto di causalità diretta tra sostanza chimica e danno il problema non è andare a vedere quante sono le persone che vengono esposte ma attaccare la causa. Enorme quantità di coscienze che deve essere impiegate” . conclude il referente ISDE