La recente risoluzione adottata dalla Regione Umbria sulla drammatica situazione di Prisciano è un primo passo della politica dopo anni di immobilismo, ma non certo la risoluzione del problema. Anche grazie al nostro interessamento e alle sollecitazioni che abbiamo rivolto all’assessore De Luca, la questione legata al ‘Caso Terni’ è tornata all’attenzione della politica e delle istituzioni che stanno monitorando le azioni messe in campo da Arvedi-Ast-tapojarvi per risolvere, o perlomeno mitigare, il problema. Ma, nella giornata di ieri, 7 giugno, i cittadini di Prisciano hanno vissuto una giornata infernale e sono stati costretti a rimanere chiusi in casa a causa di un “venticello mortifero” (come lo hanno definito alcuni cittadini a Tuttoggi) che avrebbe dovuto portare refrigerio in una giornata torrida come quella di ieri e che invece ha portato una puzza nauseabonda di ferro sul quartiere, obbligando tutti a restare in casa.
Arvedi-Ast-Tapojarvi, a Prisciano ancora polveri e puzze
In attesa del tanto sospirato capannone il Comitato scrive: “Ancora una volta ci troviamo costretti a documentare ciò che accade nel nostro quartiere. Questo video è stato girato alla fine di una giornata pesantissima (cioè ieri 7 giugno, ndr): odore ferroso costante, polveri ovunque, e infine l’ennesima fumata dalle acciaierie, accompagnata da un odore terrificante di metallo. Non possiamo più accettare che tutto questo venga considerato “normale”. Non è normale respirare aria irrespirabile. Non è normale convivere ogni giorno con polveri e puzze nauseanti. Non è normale che la salute venga messa in secondo piano”. Nel video che segue si ripete quanto già filmato ormai centinaia di volte dai cittadini: fumi e polveri che escono dalle ciminiere e annaffiano a cascata il quartiere e la città.
I rimedi di Arvedi-Tapojarvi “Bagnate”
“E con l’arrivo dell’estate, la situazione peggiora: non siamo più padroni di aprire le finestre delle nostre case o dormire con le finestre aperte, perché entra solo aria pesante, irrespirabile – continua il Comitato. Siamo molto soddisfatti della risoluzione della II Commissione della Regione Umbria e viviamo nella speranza che il famoso “capannone” venga realizzato entro le tempistiche previste. Ma in attesa che tutto questo si concretizzi, noi continuiamo ad essere costretti a vivere in queste condizioni”. Quando i cittadini hanno segnalato l’episodio alle figure di riferimento di Arvedi-Tapojarvi, c’è stata la conferma che in effetti c’era un vento che indirizzava i residui delle lavorazioni verso Prisciano e da qui l’ordine: “Bagnate”. Bagnare l’area per non fare alzare la polvere è un rimedio piuttosto casereccio di risolvere, o meglio, tamponare la situazione. Finché non verranno prese e attuate soluzioni strutturali, quelle che ci si aspetta da aziende come Arvedi Ast e Tapojarvi, il problema continuerà ad affliggere Prisciano e la città.