Si sono aperti oggi anche in Umbria i saldi invernali, che dureranno due mesi. Acquisti che interesseranno, secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio, oltre 15 milioni di famiglie, muovendo in totale 5,1 miliardi di euro, con una spesa media a famiglia di 325 euro, circa 140 euro pro capite. Le previsioni sono di saldi – euro più, euro meno – in linea con quelli dello scorso anno.
Grande e vario l’assortimento tra cui i consumatori possono scegliere, con sconti subito consistenti, trovando ‘vere’ occasioni nei negozi fisici, in cui possono rinsaldare le relazioni con il commercianti di fiducia, all’insegna della trasparenza del rapporto prezzo/qualità, della professionalità e del servizio.
Le aspettative dei commercianti sono caute – come sottolinea il presidente di Federmoda Umbria Confcommercio Carlo Petrini – ma si spera in una sostanziale tenuta rispetto al 2018, dopo una stagione che, a causa di diversi fattori, a cominciare da quelli climatici, è stata piuttosto difficile per gli imprenditori.
“Il caldo perdurante e fuori stagione – evidenzia Petrini – non ha agevolato per niente la vendita dei capi invernali, specie i capi spalla. Il black friday ha fatto il resto, danneggiando fortemente le vendite di Natale. In Italia è invalsa un’idea errata di black friday, che nella versione originale americana dura 24 ore e riguarda prodotti non di ultima produzione. In Italia invece è durato anche una settimana, con sconti su tutta la merce: questo ha limato molto il margine finale delle vendite. Chi ha aderito all’iniziativa a novembre ha aumentato il fatturato, ma con ricavi modesti, senza contare che si è giocato una parte delle vendite del Natale. Speriamo che non sia vanificato anche il risultato dei saldi”.
Sull’avvio ufficiale dei saldi pesa anche il fenomeno sempre più diffuso dei pre-saldi, o saldi privati. Un comportamento giuridicamente sanzionabile, ma a cui ricorrono sempre più commercianti. “La categoria degli scorretti – commenta ancora il presidente Federmoda Umbria – avanza sempre più, complice un disallineamento tra la ‘legge’ di mercato e regole che non si adeguano. La pervasività della cosa non toglie nulla al fatto che rimanga una pratica scorretta, di cui fa le spese chi si adegua alla legge”. In Umbria poi la situazione si aggrava, a causa della normativa regionale in materia di vendite promozionali.
“Attualmente, in modo anomalo rispetto a tante altre regioni italiane – spiega Carlo Petrini – le vendite promozionali sono liberalizzate, e questo genera una vera e propria giungla di offerte anche a ridosso dei saldi, vanificandone l’effetto. Per questo come Federmoda insistiamo perché la normativa venga modificata. Così come insistiamo per la previsione di una web tax per i colossi del web, vista la difficoltà di avere un’univoca norma comunitaria, per tutelare la legittima concorrenza”.
I consigli di Federconsumatori
Ad offrire consigli su come districarsi al meglio tra i saldi ci sono le associazioni di consumatori, come Federconsumatori, che evidenzia come “il rischio dell’inganno è sempre dietro l’angolo e la possibilità che le promozioni si rivelino decisamente poco vantaggiose è concreta. Per questo è sempre utile ricordare alcune raccomandazioni importanti”.
Prezzi
In base a quanto disposto dall’art. 15 del D.Lgs. n. 114/98, il cartellino deve indicare sia il prezzo “ordinario” che quello scontato, riportando altresì la percentuale di sconto. Per evitare che i potenziali clienti possano confondere la merce in saldo con quella a prezzo pieno sarebbe inoltre utile separare le due tipologie di prodotto.
Lo sconto riportato sul cartellino è quello che l’esercente è tenuto ad applicare quindi, nel caso in cui alla cassa venga chiesto il pagamento di una cifra differente, sarà opportuno farlo presente al negoziante. Qualora si presentino difficoltà non esitare a rivolgersi alla Polizia Municipale.
La normativa vigente obbliga gli esercizi commerciali a garantire ai clienti il pagamento tramite pos, quindi con carta di credito o bancomat. Nel caso in cui l’esercente non consenta tale opzione di pagamento, è possibile segnalare l’episodio alla Guardia di Finanza.
In linea di massima è preferibile evitare di acquistare nei punti vendita che non espongano entrambi i prezzi (quello pieno e quello scontato) e la percentuale di sconto nonché diffidare delle offerte eccessivamente vantaggiose (pari o superiori al 60%), dietro a cui potrebbe nascondersi un tentativo di truffa o un prodotto contraffatto.
Prove e Cambi
I punti vendita non sono tenuti per legge a permettere la prova dei capi di abbigliamento prima dell’acquisto così come, in assenza di vizi o difetti, consentire il cambio del prodotto è rimessa alla discrezionalità del commerciante. Nel caso in cui il negoziante lo consenta, è quindi sempre meglio provare l’articolo e, prima del pagamento, chiedere all’esercente termini e condizioni per l’eventuale possibilità di sostituzione.
E’ buona norma evitare di acquistare prodotti la cui etichetta non indichi, oltre alla composizione, anche le modalità di manutenzione: si eviteranno così spiacevoli incidenti nelle operazioni di lavaggio.
Garanzie
Se da una parte il negoziante non è tenuto a per legge a sostituire un prodotto integro, la situazione cambia radicalmente in caso di prodotto difettoso. Il D.Lgs. n. 24/2002 stabilisce che un periodo di garanzia di due anni per i prodotti nuovi e di un anno per i beni usati, anche nel caso di merce acquistata a saldo: è quindi bene conservare lo scontrino (e possibilmente fotocopiarlo, considerando che le ricevute in carta chimica tendono a sbiadire dopo pochi mesi) per chiedere al negoziante la sostituzione del prodotto difettoso e che comunque presenti un vizio di conformità, emerso entro i 24 mesi dall’acquisto, che ne pregiudichi l’utilizzo. In alternativa alla sostituzione è possibile usufruire della riparazione o richiedere una riduzione proporzionale del prezzo o ancora scegliere la risoluzione del contratto. Da precisare che l’opzione scelta non deve risultare eccessivamente onerosa o oggettivamente impossibile per il venditore.
Il bene deve essere conforme al contratto di vendita o comunque alle descrizioni rilasciate: nel caso in cui questo non avvenga, il cliente può chiedere il rimborso del prezzo pagato. Segnaliamo che anche la pubblicità deve rispondere a tale criterio.
Qualora il venditore rifiuti di ottemperare ai propri doveri o venga richiesto il pagamento delle riparazioni adducendo alla mancata copertura del difetto nel quadro della garanzia ma tali dichiarazioni non risultino opportunamente dimostrabili, il consumatore potrà rivolgersi al Giudice di pace del Tribunale più vicino oppure chiedere assistenza ad uno sportello Federconsumatori.
Al fine di evitare equivoci, è opportuno tenere presente che gli impegni assunti dal produttore, cioè le garanzie convenzionali, sono vincolanti per il produttore stesso ma non sostituiscono la garanzia legale quindi riparazioni e sostituzioni devono essere richiesti direttamente al negoziante: sarà poi quest’ultimo, in presenza di garanzia convenzionale, ad indirizzare eventualmente il cliente al servizio assistenza del produttore.
Acquisti online
A differenza di quanto accade per gli acquisti effettuati direttamente nei negozi, nel caso dello shopping online non è sempre possibile consultare tutte le informazioni relative al prodotto. E’ pertanto opportuno controllare con attenzione la completezza e l’esaustività della descrizione e la buona qualità delle immagini disponibili per inquadrare il prodotto nel suo complesso.
Proprio tenendo in considerazione l’impossibilità di verificare fisicamente le condizioni e la qualità dei prodotti, il Codice del Consumo prevede particolari tutele per gli acquisti online e a distanza: è il caso ad esempio del diritto di recesso che, come già precisato, non sussiste per gli articoli comprati nei locali commerciali. L’utente ha 14 giorni di tempo a partire dal momento della consegna per restituire il prodotto e richiedere il rimborso totale dell’importo pagato. Ad ogni modo è preferibile consultare sul sito scelto le indicazioni relative al diritto di recesso.
Nel caso in cui l’acquisto non avvenga dal sito dell’azienda ma attraverso un’altra piattaforma, è necessario verificare l’affidabilità dell’intermediario e la provenienza della merce.
Per garantire la sicurezza dei pagamenti, siano essi effettuati tramite carta di credito, carta di debito, bonifico o altri mezzi, è importante utilizzare una connessione protetta, controllare che l’indirizzo del sito web sia preceduto da HTTPS (e non da HTTP) e verificare la presenza, in basso a destra nella pagina della transazione, la presenza dell’immagine di un lucchetto.
Ricordiamo infine che tutti i siti sono tenuti a riportare l’informativa sulla privacy e sul trattamento dei dati personali.