In Umbria e nella provincia di Perugia aumentano i sinistri, i feriti e anche i morti nel 2013 rispetto all’anno precedente. È questo il triste quadro che emerge da report sugli incidenti stradali dell’Automobile club di Perugia basato su dati Aci Istat. Nella regione, nel 2013, sono stati 2.402 i sinistri sulle strade a fronte dei 2.358 dell’anno precedente (+1,9%), 61 i morti contro i 50 del 2012 (+22%) e 3.447 i feriti rispetto ai 3.400 dell’anno prima (+1,4 %). Nel perugino 1.704 i sinistri a fronte dei 1.650 del 2012 (+3,3), 47 i morti contro i 40 dell’anno prima (+ 17,5%) e 2.498 le lesioni rispetto alle 2.363 dello scorso anno (+5,7).
Numeri presentati a Perugia durante l’incontro organizzato nell’aula Magna dell’Istituto tecnico economico tecnologico Aldo Capitini da Ruggero Campi, presidente dell’Automobile club dell’Umbria e provinciale di Perugia, insieme a Sabrina Angiona dell’Ufficio territoriale Istat per l’Umbria. Presenti anche Urbano Barelli, vicesindaco di Perugia, e Marina Terpolilli, presidente dell’Unione Italiana giornalisti dell’Automotive, che ha illustrato le tecnologie a supporto della sicurezza dei veicoli su strada. “Numeri poco positivi per l’Umbria – ha commentato Campi –, c’è una controtendenza rispetto all’Italia dove tutto è migliorato. Qualcuno ha detto che 11 vittime in più non sono niente a me sembra incredibile, è un dato allarmante. Significa 11 famiglie spezzate e una situazione sociale triste. Noi anche in questo ultimo anno abbiamo cercato di fare tanto per la sicurezza stradale e oggi ne parliamo con i ragazzi che sono coloro che possono fare qualcosa, come automobilisti di domani, per invertire la tendenza. Qualcos’altro possono farlo le amministrazioni con una serie di interventi necessari sulle strade”.
È la provincia di Perugia quella in cui si è verificato il maggior numero di incidenti, il 70 per cento di quelli avvenuti in Umbria. A livello regionale, ma anche provinciale, le strade più interessate sono quelle urbane, tuttavia il tasso di mortalità rimane più alto nei percorsi fuori dall’abitato. I sinistri nell’abitato sono stati, infatti, 1.573 in Umbria (65,55 % del totale), con 24 morti e 2.132 feriti, di cui 1.076 nel Perugino che hanno provocato 19 decessi e 1.482 lesioni. Sempre nel Perugino, è il lunedì il giorno più interessato con 270 sinistri (16 % del totale provinciale), il maggior numero di morti, 9 (19 % del totale provinciale), e di feriti, 396 (circa il 16%). E si confermano rispetto all’anno precedente quelle tra le 10 e le 13, in corrispondenza dell’uscita delle scuole e della mobilità di alcune categorie di lavoratori, e tra le 14 e le 17, orario dei maggiori spostamenti dai luoghi d’impiego a casa, le fasce orarie più interessate. Ma continua a essere la notte il momento in cui avvengono maggiori decessi. Nella provincia, nel 2013, sono stati il 22 per cento del totale concentrati nelle fasce di età 18-29 e 30-54 anni. Mancanza di rispetto della segnaletica, guida distratta e velocità sono state nell’ordine le principali cause di incidenti in Umbria, l’ultima delle quali ha anche provocato il maggior numero di quelli mortali.
Nel perugino le prime due cause si invertono, ma la velocità rimane il primo motivo di mortalità “Il rinnovo del parco auto – ha detto Terpolili – con vetture evidentemente più moderne e con maggiori accorgimenti tecnologici è determinante nella diminuzione degli incidenti sulle strade. I numeri ci dicono che se il trend di vendite dal 2009 a oggi fosse continuato con lo stesso ritmo, senza la flessione dovuta alla crisi, avremmo avuto un milione e 400mila auto nuove e questo avrebbe aiutato a diminuire del 7,8 la mortalità a causa di incidenti”. “Teniamo molto alla scuola e al rapporto con la sicurezza stradale – ha detto Barelli – e stiamo lavorando sulla mobilità alternativa, soprattutto sul bike sharing con un progetto di pedalata assistita, in collaborazione con l’Università degli Studi di Perugia, che coinvolgerà gli studenti. Pensiamo anche a carreggiate ciclabili e maggiori interventi per la sicurezza dei pedoni”.