IL FESTIVAL SI PRESENTA A BRUXELLES. OSPITE D'ECCEZIONE A CLARIDGE - Tuttoggi.info

IL FESTIVAL SI PRESENTA A BRUXELLES. OSPITE D'ECCEZIONE A CLARIDGE

Redazione

IL FESTIVAL SI PRESENTA A BRUXELLES. OSPITE D'ECCEZIONE A CLARIDGE

Ven, 30/04/2010 - 23:38

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Spoleto e il Festival dei 2Mondi sono stati protagonisti a Bruxelles, nell’ambito dell’iniziativa con cui la Regione Umbria ha presentato i progetti realizzati tramite i fondi comunitari destinati allo sviluppo regionale. Durante il seminario sui fondi strutturali – si legge in una nota municipale – svoltosi nella giornata di ieri, 29 aprile 2010, la Regione Umbria ha presentato anche il modello Spoleto. Spoleto, con il ‘Progetto integrato Spoleto’ per la Rocca Albornoziana ed il progetto territoriale della filiera Turismo Ambiente Cultura: “le Terre del cuore verde d'Italia”, ha dunque rappresentato una buona pratica. Il Festival dei 2Mondi è stato l’ospite di eccezione di una serata, svoltasi da “Claridge” in Chaussée de Louvain, dove si è tenuta una “Umbria Evening”, con un concerto de “I Solisti di Perugia”. La città e il Festival, una manifestazione rinnovata e tornata ai suoi livelli internazionali, sono di nuovo, dunque, al centro dell’attenzione dell’Europa per concorrere ad elevare l’offerta culturale e turistica dell’Umbria e dell’Italia.Presente alla serata il Presidente e Direttore Artistico della Fondazione Festival dei Due Mondi Giorgio Ferrara che ha sottolineato:“Da due anni ho il piacere e l’onore di dirigere il Festival dei 2Mondi di Spoleto. La storia di Spoleto – suggestiva città medievale, esempio dello straordinario patrimonio culturale che contraddistingue l’Italia nel mondo – è indissolubilmente legata da oltre cinquant’anni al suo Festival. L’intuizione geniale la ebbe, nel 1958, Giancarlo Menotti, quando individuò nel borgo di Spoleto le condizioni ottimali per inventare quella che allora era una novità assoluta: un grande Festival. Ancora oggi – se guardiamo alla storia del passato – ci stupiamo per quello che è successo: un Festival, quindi una “festa”, un’occasione per vivere in prima persona un’esperienza artistica, ha fatto conoscere nel mondo, dagli Stati Uniti all’Estremo Oriente, una piccola cittadina dell’Umbria, situata nel cuore dell’Italia, a pochi chilometri da Roma e Firenze. Il Festival di Spoleto è una finestra spalancata sul mondo: tutti i più grandi artisti della scena contemporanea provenienti dai diversi paesi europei ed extraeuropei si incontrano ogni anno a Spoleto; il pubblico da tutto il mondo raggiunge Spoleto per vivere un’esperienza speciale; Spoleto in tutto il mondo è conosciuta per l’eccellenza e la forza della proposta artistica. In sintesi: il Festival, come un faro, ha acceso una luce potente su Spoleto e sull’Umbria. E’ questa la sede per riflettere sul potenziale che la cultura – e in particolare lo spettacolo dal vivo – rappresenta per la costruzione di un’identità forte, che si fonda sulla nostra storia, quella che il resto del mondo riconosce come cifra distintiva dell’Europa: l’incrocio di culture diverse che si confrontano nell’espressione artistica, dove la diversità delle origini è un valore positivo e di interesse, uno straordinario veicolo per il territorio, la sua ricchezza e varietà. Il mio sforzo per il Festival di Spoleto oggi va in questa direzione: nell’età dell’incertezza per antonomasia, sempre nuova e multiforme, l’arte non può che essere il rispecchiamento di tale condizione, ma è anche, insieme, il solo possibile tentativo di oltrepassarla, grazie alle virtù del pensiero e alla forza della bellezza. Il pensiero e la bellezza: due prospettive, due vocazioni, che da sempre Spoleto e il suo Festival sollecitano, animano, connettono”. “Da attuale sindaco di Spoleto – ha dichiarato Benedetti – una delle maggiori responsabilità che ho ereditato riguarda la nostra principale manifestazione artistica, il Festival dei 2 Mondi. Questo per molte ed evidenti ragioni. Il Festival connota in maniera così pervasiva la storia recente della città da essere diventato parte della stessa identità di Spoleto. È senz’altro l’elemento che ha determinato in maniera più eclatante il modo in cui la città viene percepita nell’immaginario collettivo. Nel semplice gergo degli appassionati d’arte, nella miriade di scatti di grandi personaggi al lavoro, nei video delle opere teatrali e liriche più innovative degli ultimi decenni, Spoleto appare sovente come quinta evocativa e raffinata, a significare un’enclave, luogo privilegiato del mondo dove si fa ricerca, si sperimentano linguaggi, ci si muove con straordinaria libertà artistica. Per il turismo, per l’economia, per il blasone, per la vitalità stessa della città, quella tra Festival e Spoleto è un’equazione che le istituzioni hanno il dovere di perpetuare, soprattutto considerando quanto la kermesse ha saputo dare al mondo in termini di splendore intellettuale. Negli ultimi anni il Festival aveva subito un oggettivo appannamento, una malinconica decadenza che aveva suscitato – lo dimostrano il florilegio di articoli di molte testate nazionali e internazionali – amarezza e preoccupazione. La nuova gestione Ferrara, giunta al terzo anno, ha saputo imprimere una nuova forza alla manifestazione. Il lavoro che Ferrara ha svolto e sta svolgendo è significativo perché è riuscito a dare una fisionomia personale al Festival, lo ha rilanciato come evento importante e di richiamo, lo ha riportato agli onori internazionali, dimostrando al contempo grande rispetto per le idee e la filosofia del suo geniale ideatore, quel Maestro Menotti, nei confronti del quale il nostro debito è semplicemente enorme. Appuntamento irrinunciabile per il gotha del mondo dell’arte, al Festival le istituzioni hanno sempre guardato con deferente attenzione. Siamo riconoscenti al ruolo dello Stato e della Regione, che tanto hanno investito nel Festival, facendone uno dei segni distintivi per la promozione dell’Italia e dell’Umbria. In particolare la Regione, nel recente passato, ha voluto finalizzare parte dei Fondi Strutturali Europei per la promozione turistica proprio alla città di Spoleto e al Festival dei 2Mondi. Richiamare la vicinanza e il supporto delle istituzioni non è esercizio retorico, vista l’importanza strategica che hanno avuto e devono continuare ad avere per il perpetuarsi delle fortune e della vicenda artistica del Festival.”


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