Il Comune tenta la carta del ‘braccino corto’ per cercare di dilazionare le spese legali imposte dalle 4 sentenze della Corte dei Conti
Il Comune tenta la carta del ‘braccino corto’ per cercare di dilazionare le spese legali imposte dalle 4 sentenze della Corte dei Conti intervenuta nei suoi gradi di giudizio sulla vicenda del ‘buco di bilancio’, inchiesta che ha visto sempre assolti con formula piena ex amministratori e funzionari municipali.
Nonostante l’ultima sentenza della Corte giurisdizionale centrale sia del febbraio scorso, in Municipio hanno deciso di affrontare l’argomento solo lo scorso novembre, a 9 mesi di distanza e con non pochi solleciti dei legali che giustamente pretendevano di essere liquidati o che venissero rimborsati i propri clienti.
Il braccino corto per dilazionare la spesa
Ma l’intervento del municipio si è rivelato una sorta di “pagherò” perché, anziché provvedere immediatamente alla liquidazione delle spese, ha annunciato ai 9 studi legali che le spese saranno dilazionate in due tranche: la prima entro il primo quadrimestre 2021, la seconda entro il primo quadrimestre 2022. Insomma con comodo, come opera che è di ‘braccino corto’.
Il tutto giustificato dalle scarse risorse finanziarie a disposizione e, poteva mancare?, a causa della “emergenza sanitaria covid-19”, che è ormai divenuta un attenuante per ogni pratica.
La comunicazione, partita dal palazzo lo scorso 19 novembre, ha mandato su tutte le furie avvocati e clienti che hanno risposto per le rime al Municipio.
Una “proposta deprecabile e inaccettabile” hanno risposto a vario titolo gli studi legali che si domandano se l’amministrazione, come prevedono le regole sul bilancio e i principi di prudenza, abbia effettuato l’accantonamento delle relative spese nel bilancio di previsione e assunto l’impegno di spesa.
Tra gli avvocati c’è anche chi ha smentito le difficoltà derivanti dall’emergenza da covid-19 dal momento sia che le sentenze sono ante pre-covid, sia perché il Comune di Spoleto ha percepito dallo Stato ca. 1,65 milioni di euro dai vari decreti legge emessi per la pandemia.
Altri hanno ricordato come già dal 2016, alla data delle prime sentenze della Corte dei Conti dell’Umbria, avessero notificato gli atti al Comune e come, atteso questo ritardo, decorrano anche gli interessi legali.
L’importo complessivo, come si ricorderà, è poco inferiore ai 200mila euro, una cifra consistente ma non certo impossibile per un Comune come Spoleto che, così facendo, non sembra neanche aver più di tanto a cuore le sorti dei propri dipendenti ed ex amministratori.
A quanto è dato sapere la governance diretta da De Augustinis e il management non fanno trapelare nulla. I bene informati fanno sapere che gli uffici finanziari stanno verificando come sanare la questione che rischia di trascinare il Comune in nuovi contenziosi.
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