(Fda)- Maggiore partecipazione dei cittadini e che gli obbiettivi non restino solo sulla carta. Su ambiente e trasporti, servono misure di sostegno ai pendolari e che la green economy non si realizzi in un inceneritori e negli allevamenti intensivi. Così in estrema sisntesi le associazioni dei consumatori e degli utenti dell'Umbria commentano e propongono di integrare le linee di sviluppo regionale indicate dal Documento annuale di programmazione (Dap), proposte dalla giunta regionale fino al 2013.
La valutazione è stata data nel corso del fine settimana dalle associazioni aderenti all'Associazione di secondo livello Cesac – Acu, Adoc, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Lega consumatori, Movimento consumatori – e l'Unione nazionale dei consumatori.
Secondo le associazioni, “gli assi fondamentali su cui è costruito il Dap e cioè l'analisi della situazione umbra e gli obiettivi complessivi e fondamentali che vengono posti, sono genericamente condivisibili”. Il riferimento positivo è alla stagnazione del Pil regionale, al divario tra le classi sociali in aumento, all'alta incidenza della cassa integrazione in deroga e alla riduzione dei consumi, cui il Dap si propone di porre rimedio tramite un progressivo rilancio regionale, molto incentrato sulla green economy. “Tutte belle enunciazioni che però rischiano di rimanere tali se non si perseguono quotidianamente con convinzione e tenacia”.
“Certamente siamo consapevoli che i tagli operati dal governo centrale determinano una forte riduzione delle risorse a disposizione, quantificata in 100 milioni di euro -continuano le associazioni- ma siamo anche convinti che in questa fase va tenuto un atteggiamento non remissivo di fronte alle incertezze e ai tagli, perché è proprio in questo momento che serve di tirare fuori il coraggio e affrontare le sfide con un progetto di sviluppo che sappia mobilitare tutte le energie positive, e ce ne sono tante in Umbria. In questo ambito riteniamo che sia necessario aprire una grande fase di partecipazione per chiamare tutti i soggetti sociali ed economici e tutti i cittadini a contribuire a scegliere dove e come produrre i risparmi necessari, a cominciare dall'eliminazione degli sprechi all'interno della macchina pubblica”.
Le associazioni di consumatori e utenti hanno proposto una serie di modifiche e integrazioni al Dap, contestandone alcuni punti. In particolare, le associazioni hanno chiesto maggiori strumenti di partacipazione e controllo della qualità dei servizi -in particolare di quelli pubblici e sanitari- da parte dei cittadini, anche e non solo con l'adozione di nuovi strumenti informatici, una riforma della legge regionale sul consumerismo, maggiore attenzione a cultura e istruzione come assi portanti dello sviluppo.
L'attenzione è poi passata su trasporti e ambiente. Nel primo caso, le associazioni hanno chiesto l'inserimento nel Dap di specifiche iniziative a sostegno di studenti e lavoratori pendolari, per non farne le vittime designate dei pesanti tagli abbattutisi sul settore. Quanto all'ambiente, le associazioni hanno bocciato l'indicazione contenuta nel documento di un inceneritore da costruire entro l'anno, in quanto “mette in dubbio la sincerità di quanto viene affermato, sempre nel Dap, circa la raccolta differenziata: infatti le due cose sono contraddittorie in termini di principio e di fatto”.
Secondo le associazioni, è necessario “dare finalmente attuazione all'obiettivo che entro il 2012 la percentuale di rifiuti differenziati raggiunga il 65 per cento, prevedendo i necessari investimenti per la raccolta porta a porta. Dovranno pertanto essere individuate forme di premialità e di sostegno per i comuni che decideranno di adottare, realizzandola, la strategia “Rifiuti Zero”, una strategia che potrebbe portare posti di lavoro senza inquinamento, conciliando la green economy con la gestione dei rifiuti, evitando nuovi inceneritori”.
Tra le modifiche proposte al Dap, infine, le associazioni approvano l'eventualità di un piano regionale sulle modalità di allevamento dei suini, solo a condizione che questo vada a legare il marchio Dop agli allevamenti estensivi, con controlli ai sistemi di inquinamento, lasciando dunque da parte gli allevamenti intensivi ad alto impatto ambientale.