“Nei giorni scorsi al ministero del Lavoro e delle politiche sociali, è stato siglato il verbale di accordo per la gestione degli esuberi del gruppo Faber, riguardante i 182 lavoratori dello stabilimento di Fossato di Vico, un'intesa che tende a tutelare al massimo le maestranze che dal 1 ottobre sono state collocate in Cassa integrazione straordinaria ed impegna l'azienda ad azioni concrete per il riassorbimento delle stesse”.
Così il consigliere regionale Andrea Smacchi (Pd) che spiega contenuti e modalità di attuazione dell'accordo.
L'esponente del Partito democratico spiega che “stante la irrevocabilità della decisione della proprietà della Faber, si è lavorato per cercare di sfruttare al meglio le opportunità della legge di Stabilità 2012, che, in caso di cessazione di attività, consente di usufruire del trattamento di integrazione salariale straordinaria per crisi aziendale per un periodo annuale, prorogabile per un secondo anno, attraverso la predisposizione di un piano biennale che preveda interventi concreti ai fini della gestione delle eccedenze occupazionali. Nello specifico – prosegue Smacchi – l'accordo prevede per il primo anno, la possibilità da parte della Faber di riassorbire parte del personale presso lo stabilimento di Sassoferrato; l'impegno ad agevolare assunzioni presso altre imprese del settore e non presenti sul territorio. Nello stesso tempo – aggiunge – Confindustria di Perugia monitorerà tutte le eventuali richieste di personale delle aziende associate al fine di ricollocarvi personale Faber”.
L'accordo, come spiega Andrea Smacchi, prevede anche un percorso di formazione e riqualificazione del personale, per garantire possibilità di ricollocazione, oltre ad un possibile accompagnamento al raggiungimento dei requisiti pensionistici ed alla definizione di un incentivo all'esodo per chi decidesse di interrompere il rapporto di lavoro con l'azienda “che continuerà a cercare possibili acquirenti per il sito industriale di Fossato di Vico. Per il secondo anno – aggiunge il consigliere del Pd – si dovrà arrivare entro i primi 12 mesi ad una gestione positiva degli esuberi per almeno il 30 per cento del personale (pari a 55 unità) i lavoratori non ancora ricollocati saranno sospesi a zero ore, fatti salvi il mantenimento degli impegni sopra descritti”.
Per Smacchi, quindi, l'accordo rappresenta “un primo passo sulla strada della gestione della vertenza, ma ora inizia la fase del lavoro più impegnativo: il recupero dei livelli occupazionali attraverso un impegno diretto da parte dell'azienda, ma anche delle istituzioni nel loro complesso.
In questo contesto la rimodulazione l'accordo di programma per le aree del Gruppo Merloni, le cui risorse, pari a 70 milioni di euro complessivi, devono essere rapidamente impiegate per sostenere altre situazioni di crisi, divenendo concretamente un volàno per l'economia dell'intero territorio della fascia appenninica. Occorre quindi – conclude Smacchi – dare urgentemente attuazione ai contenuti della mozione approvata all'unanimità dal Consiglio regionale, alla quale ho personalmente lavorato, che prevede aiuti economici straordinari tesi ad aggredire le criticità di un territorio, quello dell'Alto Chiascio, che rimane senza ombra di dubbio il più colpito dalla pesante crisi economica e sociale”.
