Domani (venerdì 18 marzo) tornano, nel centro storico di Gubbio, i tradizionali e suggestivi “Focaroni” o Fuochi di San Giuseppe. In questo antichissimo appuntamento, di origine pagana ma fatto proprio dalla cultura cristiana, la sera prima della festa del Santo si bruciano le potature degli alberi come momento propiziatorio, soprattutto per il raccolto.
La tradizione si rinnova domani a partire dalle ore 19.30: il primo falò avrà luogo in via Dante, nel quartiere di Sant’andrea; alle 20 tocca a piazza San Pietro, nel quartiere omonimo e. alle 20.30. i Focaroni saranno accesi nel torrente Camignano all’altezza di piazza San Giovanni, nel quartiere San Giuliano. Alle 21 chiuderà, come sempre, il falò nel Camignano nel quartiere San Martino.
In occasione dell’accensione dei Focaroni il sindaco Stirati ha emanato un’ordinanza che autorizza sì l’accensione di falò nel territorio comunale, nell’orario tra le 19 e le 21, “ma a condizione che gli organizzatori adottino tutte le cautele necessarie a garanzia della sicurezza delle persone e dell’ambiente ed in particolare”.
I fuochi dovranno essere accesi lontano da linee elettriche aeree, pali di pubblica illuminazione, fabbricati, tubazioni e/o impianti di gas; sono vietati fuochi con diametro superiore a 3 metri ed altezza superiore a 2,50 metri e, comunque, dovranno essere di dimensioni congrue rispetto allo stato dei luoghi; gli spettatori all’evento dovranno essere tenuti a prudente distanza dal falò. Inoltre dovrà essere bruciata soltanto legna con esclusione di altro materiale tipo, plastica, pneumatici, ecc.; al termine dell’evento dovrà essere posta particolare cura nella bonifica del terreno o area di accensione; si dovrà assicurare il completo spegnimento dei focolai, al fine di ripristinare lo stato dei luoghi precedente all’evento
“Il provvedimento – conclude il primo cittadino – è stato adottato al fine di dover preservare tali tradizioni popolari, centenarie, come facenti parte a pieno titolo del patrimonio storico e folcloristico della comunità, in considerazione del loro valore per la vita sociale, culturale e religiosa del nostro territorio”.