La Regione si sta muovendo su più fronti, dall'indennità di disoccupazione al confronto con la proprietà per un'eventuale permanenza nello stabilimento tifernate | Molti lavoratori si sarebbero già ricollocati altrove
Nuovo capitolo sulla vertenza ex Fisadorelli. Nell’ultima riunione della Seconda Commissione si è infatti svolta un’audizione sulla “situazione attuale e prospettive future di IndustriaUmbra (ex Fisadorelli)“.
A chiedere approfondimenti sulla questione delocalizzazione dell’azienda da Città di Castello a Fossato di Vico è stato Michele Bettarelli (Pd): “Lo spostamento dell’attività produttiva crea ovvi disagi ai circa 40 lavoratori diretti oltre che alle altre decine di lavoratori dell’indotto. A parità di stipendio, i lavoratori dovrebbero percorrere sostanzialmente una distanza complessiva di quasi 200 chilometri“. Il consigliere dem ha poi ribadito di “volere un confronto in Commissione con assessore, sindacati e proprietà, tre interlocutori decisivi per affrontare in maniera compiuta la questione”.
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Successivamente il direttore regionale allo Sviluppo economico e Lavoro Luigi Rossetti ha confermato “l’interessamento dell’assessorato circa le vicende di IndustriaUmbra, il soggetto industriale risultante dalla fusione tra Fisadorelli di Città di Castello e Brefiocart di Sigillo“.
Le diverse soluzioni
Il progetto – ha spiegato – porta alla volontà di investire nell’area di Fossato di Vico per compendiare in un unico complesso le attività delle due aziende in questione (di proprietà separate). “Ovvie le problematiche sollevate dai lavoratori tifernati. Il sindacato ha chiesto la possibilità di un confronto con l’assessorato rispetto a questa prospettiva. Dal confronto è emerso che, sostanzialmente, dei 39 dipendenti di Città di Castello, una parte significativa, per le competenze maturate, è già in grado di essere ricollocata o di avere prospettive immediate di assunzione in un’altra azienda di cartotecnica“.
“Rispetto ad altri lavoratori con oggettive difficoltà ad accedere al mercato del lavoro, ai fini dell’opportunità rappresentata dagli ammortizzatori sociali, lo spostamento della sede produttiva eccedente 50 chilometri (oltre un’ora d’auto) è giusta causa di risoluzione del rapporto di lavoro con diritto del lavoratore a percepire l’indennità di disoccupazione (Naspi). Altro riferimento è rappresentato dallo strumento ‘Re-Work’, uno strumento per reinserimento lavorativo”.
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Il terzo elemento preso in considerazione con i sindacati è stato quello di una interlocuzione con la proprietà per chiedere ogni possibile sforzo per valutare una eventuale permanenza di presidi produttivi nell’area dell’attuale stabilimento ed immaginare un meccanismo che possa rappresentare un ‘piano sociale’ in grado di attenuare e contribuire attivamente ad una politica orientata a supportare i lavoratori nella transizione.
Valutare anche confronto su tema riguardante emigrazione aziende
Nel corso del dibattito è emersa anche la necessità, sottolineata soprattutto dallo stesso Bettarelli, ma anche da Vincenzo Bianconi (Misto) e Fabio Paparelli (Pd), di un confronto con la Giunta regionale per approfondire il tema riguardante l’emigrazione di aziende anche all’interno dello stesso territorio regionale, in aree dove si possono creare opportunità di vantaggio rispetto alla loro localizzazione.
Il presidente di Commissione Valerio Mancini (in videoconferenza) ha tra l’altro auspicato incentivi per il mantenimento occupazionale nell’area tifernate. “In questo caso – ha comunque osservato – si tratta di lavoratori qualificati che non dovrebbero avere particolari difficoltà di ricollocazione visto il buon funzionamento del settore della cartotecnica”.
Al termine della discussione è stato deciso di programmare a breve una audizione in Commissione con l’assessore Michele Fioroni, il direttore regionale Luigi Rossetti, le tre maggiori sigle sindacali e le associazioni di categoria, per una più ampia disamina della situazione regionale e che va dunque oltre il caso specifico della Ex Fisadorelli.