Un anno dopo l'arresto restano ancora sconosciute le motivazioni delle sue azioni: la vicenda sta però per 'chiudersi'
Si appresta a chiudersi la vicenda di Filippo Bernardini, l’umbro “ladro di libri” che secondo il Ny Times è pronto a dichiararsi colpevole di frode telematica e furto d’identità davanti a un magistrato del tribunale di Manhattan.
La storia del 29enne originario di Amelia ha conquistato il mondo per la sua apparente assenza di motivazioni economiche: forse allo scopo di ottenere un lavoro migliore, questa l’ipotesi, dal 2016, Filippo Bernardini avrebbe messo in atto sempre lo stesso schema. Per arrivare ad avere manoscritti in anteprima si fingeva professionista di varie case editrici per farsi consegnare da scrittori di fama mondiale (Elena Ferrante, Dan Brown, Margaret Atwood, Ethan Hawke e Sally Rooney tra le vittime) i propri lavori tramite mail. Gli inquirenti hanno verificato che Bernardini avrebbe aperto più di 160 domini-mail per mettere a segno i suoi colpi.
I libri non sono mai stati venduti sul mercato nero, non sono mai usciti in anteprima sul web né è stato chiesto un ricatto. Giusto un anno, pochi giorni dopo che la storia era emersa senza dettagli, il ventinovenne umbro era stato arrestato a New York dall’FBI con l’accusa di frode telematica e furto d’identità aggravato, per “aver impersonato, frodato e tentato di frodare centinaia di individui” in ambito dell’editoria mondiale. Ora arriverà davanti al giudice, e la speranza dei tanti che si sono appassionati alla sua storia è che spieghi anche i motivi delle sue azioni.