Fiera in centro storico: si fa ovunque meno che a Foligno, è polemica - Tuttoggi.info

Fiera in centro storico: si fa ovunque meno che a Foligno, è polemica

Claudio Bianchini

Fiera in centro storico: si fa ovunque meno che a Foligno, è polemica

Torna all'attacco Cristiana Mariani presidente di Confesercenti | A decidere il rientro fu la stessa amministrazione comunale, nel mirino gli uffici competenti
Lun, 30/01/2017 - 19:25

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A Perugia la tradizione Fiera del Patrono San Costanzo si fa in centro storico, anche a Bastia Umbra la fiera si snoda in centro storico così come in tante altre città più o meno e più o meno ‘comode’ non solo dell’Umbria ma dell’Italia intera. A Foligno invece no! A Foligno la tradizionale Fiera di San Feliciano, dopo aver traslocato prima fuori dalle mura urbiche, poi in zona Canapè e Porta Todi, quindi in viale Arcamone ed area Agorà ora è stata relegata a ridosso degli impianti sportivi del Santo Pietro.

Ritorno in centro, se ne parla da prima del 2000

Risale al millennio scorso, la proposta di riportare le tradizionali fiere di San Feliciano e Santo Manno in centro storico: tecnicamente e politicamente infatti, se ne parla dalla legislatura Marini, quando a farne un cavallo di battaglia fu l’allora capogruppo di Forza Italia, Paola De Bonis.  Nel 2004 la questione tornò sui banchi del Consiglio comunale con un’interrogazione del consigliere forzista Giuseppe Galligari, alla quale l’amministrazione rispose che si stavano mettendo a punto le necessarie misure per riportare le bancarelle all’interno delle mure urbiche. Dopo altri sette anni, esattamente il 28 luglio 2011 ecco finalmente il via libera definitivo del Consiglio comunale, con l’approvazione a maggioranza di una proposta del Pd, che prevedeva però di ospitare nelle principali vie e piazze solo un’appendice, con merce di qualità. Alla fine, fu l’allora assessore allo Sviluppo Economico Joseph Flagiello a decretarne il rientro entro le mura urbiche.

Cronaca di un lento declino, ma la Mariani riprende la battaglia

Dopo l’iniziale esperimento, via via sempre meno banchi e sempre più sparpagliati sino all’edizione di quest’anno: zero banchi o bancarelle. Battaglia persa? Più che altro…battaglia non combattuta sino in fondo, magari senza tanta voglia di vincerla. A riprendere in mano la battaglia ci pensa la battagliera Cristiana Mariani, presidente della Confesercenti territoriale ed organizzatrice di grandi eventi. La Mariani lancia il suo appello pubblico tramite Facebook ed ecco la scintilla che fa riaccendere il fuoco sotto la cenere. “C’è una precisa volontà da parte della cittadinaza ed anche da parte della politica e dell’amministrazione comunale – ricorda a tal proposito Cristiana Mariani – la verità è che non si riesce a concretizzare al meglio perchè manca la disponibilità degli uffici. Nella logica gli amministratori sono tenuti a dare disposizioni che poi, sta ai dirigenti e dipendenti pubblici mettere in atto – chiosa la presidente di Confesercenti – ma a Foligno sembra funzionare al contrario. E così, abbiamo visto come quest’anno, anche la fiera in zona impianti sportivi si sia ridotta ai minimi storici – rileva la Mariani – con tanti ambulanti che hanno scelto di non venire, altri di andarsene prima e tantissime lamentele da parte di chi ancora aveva scelto di riprovare”.

Modello Foligno: piazze tematiche e bancarelle lungo le vie

Gli esempi di come si possa fare non mancano, basta fare qualche chilometro e constatare iniziative perfettamente riuscite. “Quasi in tutte le città le fiere si continuano a fare in centro – argomenta la presidente di Confesercenti – anche in realtà più piccoli e logisticamente più svantaggiate. L’idea era quella dar vita a piazze e piazzette tematiche lasciando i banchi più piccoli lungo le strade – ricorda – adesso poi putroppo ci sono molti negozi rimasti chiusi e vuoti. Dire che non si può fare è poco credibile – sottolinea – anche perchè eventi come Cibi del Mondo o Cotta e Cruda riusciamo ad organizzarli senza troppi problemi, ovviamente con grande impegno e lavoro. Non possiamo dire che manchi la volontà politica o amministrativa – conclude la Mariani – magari dovrebbero sollecitare i competenti uffici e rispettare gli impegni presi con la gente”.

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