Anche i disabili sognano, sperano, immaginano. E' quanto emerso dallo splendido spettacolo che le 23 ragazze diversamente abili di Montepincio hanno tenuto ieri pomeriggio, in occasione della XV edizione di “FestaInsieme”.
Nella “Casa-Villa don Pietro Bonilli” delle Suore della Sacra Famiglia di Spoleto le ospiti hanno messo in scena, con l'aiuto del regista Graziano Sirci, che da tempo segue le ragazze disabili, alcuni sogni realmente fatti: c'è chi nei suoi pensieri onirici ha dato spazio al giorno del matrimonio, chi ad una corsa a cavallo, chi alla raccolta della legna nel bosco, chi ad un dialogo con la madre. Ma la giornata, su nel colle di Montepincio, tra una natura incontaminata, è iniziata con la celebrazione della messa, presieduta dal conventuale padre Franco Buonamano e animata dai giovani della prima unità pastorale. Oltre alle ragazze di Montepincio c'erano anche quelle di Trevi e di Pozzuolo Umbro.
Un ‘esercito' di volontari – tra cui anche i mariti e i figli delle operatrici che lavorano nella casa – ha affiancato le suore nell'organizzare l'evento. Regista sapiente della manifestazione è stata una commossa suor Rosita La Versa, superiora della struttura: “la nostra è una festa interamente organizzata da volontari. Siamo circondate da tante persone che ci vogliono bene e che ci aiutano. Montepincio è un luogo accogliente. Chiunque viene nella nostra famiglia può respirare amore e serenità. Le ragazze diversamente abili sono come dei fiori che vengono costantemente innaffiati: belli e pieni di vita”. Un ottimo pranzo per oltre 200 persone ha separato le attività mattutine da quelle pomeridiane. Anche il sindaco di Spoleto, Massimo Brunini, accompagnato dal vice, Daniele Benedetti, si è stretto intorno alle ragazze e alle suore, così come tanti spoletini. “Includere queste persone diversamente abili nella società – ha detto il sindaco – è una grande opera, una grande missione, cui va dato riconoscimento e sostegno. Vedere queste persone così partecipi in questa attività, così come gli operatori, è segno di una grande civiltà; è segno che la città di Spoleto non esclude, non allontana, ma include e partecipa”. Il gruppo Rangers di Spoleto ha animato il resto del pomeriggio.