FESTA DELLA VITA CONSACRATA: MONSIGNOR BOCCARDO TRA GLI EREMITI DIOCESANI CONSACRA UNA GIOVANE SUORA - Tuttoggi.info

FESTA DELLA VITA CONSACRATA: MONSIGNOR BOCCARDO TRA GLI EREMITI DIOCESANI CONSACRA UNA GIOVANE SUORA

Redazione

FESTA DELLA VITA CONSACRATA: MONSIGNOR BOCCARDO TRA GLI EREMITI DIOCESANI CONSACRA UNA GIOVANE SUORA

Mer, 03/02/2010 - 14:48

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L'Arcidiocesi di Spoleto-Norcia nel giorno della festa ieri della Presentazione di Gesù al Tempio e della Vita Consacrata, ha vissuto un momento speciale e inconsueto: la consacrazione di una giovane tra gli eremiti della Diocesi. La giovane suor Cristina Emanuela Zecca ha detto il suo sì definitivo alla vita eremitica nelle mani dell'Arcivescovo mons. Renato Boccardo, presso la basilica di S. Ponziano. Erano presenti frati e suore di tutta l'Archidiocesi. Vivrà nell'eremo della Madonna a Pare a Collegiacone, piccola frazione del Comune Cascia. «La liturgia di consacrazione, ha detto mons. Boccardo, interpella tutti noi: che cosa significa essere consacrati? Significa appartenere a Dio solo; vuol dire restituire a Dio una serie di doni molteplici di cui siamo come fasciati fin dall'eternità; vuol dire unirsi a Cristo che si offre al Padre e agli uomini giorno dopo giorno; significa seguire il Signore per essere restituiti agli altri, per essere “donati”, per vivere nella compagnia degli uomini in un dialogo continuo di gioia. Ed è per questo che non basta il cuore di un uomo, il cuore di una donna, ci vuole il cuore del mondo per quelli che si consacrano al Signore».

La presenza degli eremiti nell'Arcidiocesi di Spoleto-Norcia è da far risalire ai tempi più remoti del cristianesimo, quando la valle Spoletana e quella della Valnerina si popolarono di asceti, come documentato con tanto di particolari da S. Gregorio Magno, amico di monaci, clero e laici di questo territorio umbro. Tutto inizia nella Valle Campiana e nell'attigua Valle Castoriana (Comune di Preci) con il grande monaco Spes (517 a.c.) e dei suoi discepoli Eutizio e Fiorenzo, ma soprattutto, con più ampio respiro, con colui che si formò alla sua scuola, il grande Benedetto da Norcia. Le lotte diofisite e monofisite in Oriente portarono in questi territori una schiera di asceti che costellarono le montagne di piccoli eremi: celebre è il Monteluco di Spoleto che per oltre mille anni fu abitato da eremiti. Con alterne vicende, nel corso dei secoli mai si spense la presenza in Diocesi di persone che si sono consacrate a Dio nella vita eremitica e furono strumenti di una particolare evangelizzazione nella nostra Chiesa. Attualmente nella Chiesa spoletina ci sono sei eremiti, cinque femmine e un maschio. Vivono negli eremi della Santissima Trinità a Campello sul Clitunno; della Madonna a Pare a Collegiacone di Cascia; di S. Fiorenzo a Piedivalle di Preci; degli Angeli a Patrico di Spoleto; a Le Cese di Spoleto. Uno statuto diocesano regola la vita di questi speciali consacrati. Un sacerdote della Diocesi ne è la guida spirituale.

L’Arcidiocesi di Spoleto-Norcia nel giorno della festa della Presentazione di Gesù al Tempio e della Vita Consacrata, martedì 2 febbraio, ha vissuto un momento speciale e inconsueto: la consacrazione di una giovane tra gli eremiti della Diocesi. La giovane suor Cristina Emanuela Zecca ha detto il suo sì definitivo alla vita eremitica nelle mani dell’Arcivescovo mons. Renato Boccardo, presso la basilica di S. Ponziano. Erano presenti frati e suore di tutta l’Archidiocesi. Vivrà nell’eremo della Madonna a Pare a Collegiacone, piccola frazione del Comune Cascia. «La liturgia di consacrazione, ha detto mons. Boccardo, interpella tutti noi: che cosa significa essere consacrati? Significa appartenere a Dio solo; vuol dire restituire a Dio una serie di doni molteplici di cui siamo come fasciati fin dall’eternità; vuol dire unirsi a Cristo che si offre al Padre e agli uomini giorno dopo giorno; significa seguire il Signore per essere restituiti agli altri, per essere “donati”, per vivere nella compagnia degli uomini in un dialogo continuo di gioia. Ed è per questo che non basta il cuore di un uomo, il cuore di una donna, ci vuole il cuore del mondo per quelli che si consacrano al Signore». La presenza degli eremiti nell’Arcidiocesi di Spoleto-Norcia è da far risalire ai tempi più remoti del cristianesimo, quando la valle Spoletana e quella della Valnerina si popolarono di asceti, come documentato con tanto di particolari da S. Gregorio Magno, amico di monaci, clero e laici di questo territorio umbro. Tutto inizia nella Valle Campiana e nell’attigua Valle Castoriana (Comune di Preci) con il grande monaco Spes (517 a.c.) e dei suoi discepoli Eutizio e Fiorenzo, ma soprattutto, con più ampio respiro, con colui che si formò alla sua scuola, il grande Benedetto da Norcia. Le lotte diofisite e monofisite in Oriente portarono in questi territori una schiera di asceti che costellarono le montagne di piccoli eremi: celebre è il Monteluco di Spoleto che per oltre mille anni fu abitato da eremiti. Con alterne vicende, nel corso dei secoli mai si spense la presenza in Diocesi di persone che si sono consacrate a Dio nella vita eremitica e furono strumenti di una particolare evangelizzazione nella nostra Chiesa. Attualmente nella Chiesa spoletina ci sono sei eremiti, cinque femmine e un maschio. Vivono negli eremi della Santissima Trinità a Campello sul Clitunno; della Madonna a Pare a Collegiacone di Cascia; di S. Fiorenzo a Piedivalle di Preci; degli Angeli a Patrico di Spoleto; a Le Cese di Spoleto. Uno statuto diocesano regola la vita di questi speciali consacrati. Un sacerdote della Diocesi ne è la guida spirituale.


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