Il 51enne era stato arrestato lo scorso novembre con le accuse di omicidio volontario e violenza sessuale, per la Procura le tracce di dna sotto le unghie della vittima e una intercettazione prove decisive per l'imputazione
Sono state chiuse in queste ore le indagini sul femminicidio di Marielle Soethe, la 71enne tedesca ritrovata morta nel dicembre 2022 nella sua casa di Pistrino (Citerna).
La Procura di Perugia ha chiesto il rinvio a giudizio per il 51enne rumeno, vicino di casa della vittima, arrestato lo scorso novembre con l’accusa di omicidio volontario e violenza sessuale (ad oggi si trova detenuto nel carcere di Terni).
Per gli inquirenti le prove fondamentali sono state le tracce di dna ritrovate sotto le unghie della donna ma anche i movimenti registrati dal cellulare dell’uomo la sera del delitto. Inoltre per l’accusa ad incastrare ulteriormente il 51enne sarebbe stata una intercettazione ambientale, nella quale questo riferiva alla moglie particolari dell’indagine noti solo agli investigatori.
Nel capo d’imputazione stilato dal sostituto procuratore Paolo Abbritti viene riportato come l’uomo abbia costretto la vittima “con violenza o minaccia a subire atti sessuali”, aggredendola ripetutamente “con pugni e calci” fino ad “infierire” colpendola in modo cruento anche al volto e “schiacciandole il torace sotto le proprie suole”. Ora il caso sbarcherà in tribunale per il processo.