E’ stata respinta ieri pomeriggio durante la seduta del consiglio regionale, con otto voti contrari e 6 favorevoli, la mozione presentata dai consiglieri di centro destra e liste civiche (Ricci, De Vincenzi, Squarta, Nevi, Mancini e Fiorini) per il “riconoscimento dei valori della famiglia naturale, con l’impegno di prevederne adeguati sostegni, secondo quanto previsto dal Codice civile italiano che definisce la famiglia costituita da moglie e marito con il dovere di istruire e educare la prole“.
Hanno votato a favore solo i consiglieri proponenti. Il Movimento 5 stelle non ha partecipato al voto. Hanno espresso voto contrario i gruppi Pd e Socialisti.
Con l’atto si chiedeva l’impegno della Giunta affinché si attivasse, “stante il rispetto per ogni idea sul modo di vivere e la tutela dei diritti di tutte le persone, per riconoscere nel quadro regionale la famiglia come quella definita, in modo chiaro, dal Codice civile italiano, inserendo quindi nella programmazione finanziaria della Regione adeguate risorse per il sostegno della famiglia, attraverso politiche per la casa, il lavoro, sgravi fiscali e educazione dei figli; infine, attivando le procedure per rimodulare, nello Statuto della Regione Umbria, l’articolo 9, inserendo la dizione di famiglia come definita dal Codice civile“.
Sia gli esponenti della maggioranza sia i consiglieri del Movimento Cinquestelle hanno ritenuto la mozione “discriminante” per le persone che non sono ricomprese negli articoli del Codice civile che definiscono la famiglia ed hanno sottolineato come ci si riferisca a un testo del 1942 e quindi a una situazione che è radicalmente mutata. Prima del voto finale, ci sono stati spunti particolarmente polemici tra il consigliere di centrodestra Sergio De Vincenzi e la presidente della giunta regionale, Catiuscia Marini, con il primo a sottolineare “l’ipocrisia di certi provvedimenti che destinano risorse senza definire obiettivi specifici” e la seconda a respingere l’accusa di ipocrisia e a ribadire che la sua giunta “ha destinato il massimo possibile delle risorse alla legge regionale a sostegno della famiglia, non quella definita dal Codice civile ma quella reale, senza definire aiuti di serie A e di serie B”.
Da Omphalos reazione immediata: “le argomentazioni presentate a sostegno di questa mozione – ha commentato Emidio Albertini, co-presidente di Omphalos – dichiarano a parole di non essere contro le persone e le famiglie omosessuali, ma nei fatti chiedono alla Regione di tutelare solo quella che alcuni vogliono imporre come “famiglia naturale” e creare così nei fatti famiglie di serie A, riconosciute e tutelate istituzionalmente, e famiglie di serie B, completamente ignorate e discriminate”.